il telelavoro non è bello se non è litigherello – day #53

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Il telelavoro è bello ma dipende da che telelavoro fa il tuo partner. Se vivi con uno o una che riceve di continuo telefonate, per esempio, è fondamentale adottare alcune precauzioni. Lo smartphone sul silenzioso, tanto per cominciare, o per lo meno l’accortezza di impostare una suoneria neutra e non una delle vostre canzoni preferite perché poi chi la subisce finirà per odiarla.

In condizioni normali uno non si immagina come sia il proprio partner sul posto di lavoro, alle prese con i clienti, con i superiori, con i suoi alunni, con i suoi pazienti. Ci arriva solo l’onda lunga delle promozioni, degli scazzi, delle trattenute, dei pettegolezzi e dei dissapori frutto della competizione professionale. Ai nostri occhi i nostri partner, appena svestiti delle divisa reale o immaginaria del mestiere che fanno, appaiono come eroi di ritorno da una missione, qualunque essa sia, e noi siamo pronti ad accoglierli a sera con un vodka martini agitato non shakerato e un massaggio ai piedi, previa doccia ristoratrice.

Averli in casa invece nelle otto o più ore canoniche di telelavoro è un fattore in grado di mettere alla prova la tenuta anche delle coppie più affiatate. Perché in tempi normali già chi si porta il lavoro a casa si rende reo di alto tradimento dell’armonia familiare. In momenti di quarantena o cinquantena, non ricordo nemmeno dove siamo, la convivenza professionale ci è persino imposta a colpi di DPCM. Ma non tutto si può declinare in telelavoro. Pensate a un vigile del fuoco, un parrucchiere, il macellaio, il fabbro, l’astronauta, il dog sitter, chi si occupa di edilizia acrobatica, i giardinieri, i direttori d’orchestra.

Possiamo immaginare la reazione dei partner di telelavoratori di questo tipo? A casa mia ci dividiamo le stanze: mia moglie alla scrivania in sala, io su un tavolino da esterni montato in camera da letto, mia figlia in camera sua a seguire lezioni cinque ore al giorno. Se capitiamo per caso nello stesso locale, assistere a una versione sconosciuta dei nostri cari alle prese con le rotture di maroni quotidiane del loro ruolo è piuttosto imbarazzante. Sono degli estranei nella veste di quello che fanno. Questa clausura forzata sbatte così in faccia a mogli e mariti persino la reciproca dimensione privata. Nessuno avrà più segreti, d’ora in poi, e chissà se si rivelerà essere un bene o un male.

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