quando la vita ti mette due meno meno

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Non bastavano gli spot sulla micosi delle unghie all’ora di cena. Ora, attraverso un efficace modello digitale in 3D, possiamo vivere un’esperienza di rimozione di cerume virtuale dall’interno di un orecchio gigantesco. Certo, le dimensioni e quindi l’effetto dipendono dalla risoluzione del vostro televisore e certo, è sufficiente spegnerlo mentre si mangia tutti insieme perché nella convivialità non c’è spazio per gli spot trash ed è molto meglio fare conversazione. Mia figlia è tornata da una delle numerose settimane di vacanze che ha trascorso insieme a un gruppetto di compagne di classe a casa dell’una e dell’altra. L’unica che non ha una sistemazione di villeggiatura in cui ricambiare il giro di ospitalità potete immaginare chi sia. Ero proprietario di una cascina sull’appennino ligure prima che mio cognato e mia sorella me la sottraessero con un raggiro ma questa è un’altra storia. Comunque non era un posto adatto a loro, tutt’altro che comodo per delle ragazze senza macchina e troppo isolato. Sono protettivo in eccesso? Leggevo poco fa a proposito di figlie che non riescono a trovare un partner degno di sostituire il ruolo ricoperto dal padre nella loro vita. Se così fosse, spero di non esser così bravo in modo da non essere di ostacolo alla sua felicità. Per farvi un esempio, quando lo scorso anno la prof di scienze le ha messo due sulla verifica di chimica mi sono irritato moltissimo. Poi, a freddo, ho ripensato a quando avevo preso due meno meno in latino, un voto che ci sta tutto se sbagli il novantanove per cento dei verbi da tradurre perché hai studiato poco. Io non metterei mai un voto così umiliante, piuttosto farei recuperare le verifiche dopo aver convinto lo studente a comportarsi un po’ meno da asino. Potrei anche far passare questa presa di posizione contro i due meno meno come un flash mob contro la casella di posta che il ministero dell’istruzione mette a disposizione dei docenti. Avete capito bene: nel duemila e venti un ministero fornisce una casella di posta @istruzione.it, che peraltro sta diventanto @poste.istruzione.it al personale scolastico. Questo ai tempi di gmail e degli strumenti di ERP. Pensate che, addirittura, esiste una piattaforma ministeriale dal nome SOFIA – Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento la quale eroga corsi dedicati ai docenti ma che consente esclusivamente la registrazione – di conseguenza la fruizione – agli account @istruzione.it. A me sembra una cosa folle, da due meno meno ma forse anche di meno. Così niente, cerco di aggiornarmi su altri canali meno obsoleti e aspetto che, almeno con lo SPID, le cose cambino. Che già, di per sé, lo SPID è un’assurdità, ma pazienza.

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