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Da quando non c’è scuola, e ultimamente di scuola ce n’è stata ben poca, il giovedì pomeriggio ho appuntamento fisso con Mattia. Mattia è il nipote della signora che si prende cura di casa mia sbrigando le pulizie più pesanti e me la restituisce vivibile. La mamma lavora e Mattia, che ha otto anni, quando non c’è scuola trascorre il tempo con la nonna che fa la badante a tempo pieno e arrotonda aiutando famiglie come la mia. Mattia non conosce suo padre, meglio non entrare nei dettagli. Forse per questo, quando viene qui, mi si incolla addosso con i suoi giochi e non mi molla più. Mi racconta qualunque cosa gli passi per la testa, mi fa la cronaca in diretta del livello che sta superando sul suo videogame al telefono, mi mostra i movimenti di Fortnite che ha imparato, passa dall’italiano al moldavo con una velocità sorprendente, cerca la mia gatta e mi chiede se può fotografarla, salta sulla poltrona, si sdraia, torna a fianco a me al tavolo, il tutto mentre lavoro al pc e faccio di tutto per riuscire a dargli attenzione e a tornare a quello che sto facendo senza perdere il filo né del lavoro e né di Mattia. Alla maggior parte delle domande che mi pone, che sono domande che riguardano argomenti propri di un bambino di otto anni, rispondo senza nemmeno pensarci. Si tratta di una tecnica che, se lavori con i bambini, sviluppi come forma di auto-tutela, e che comprende anche la capacità di intercettare le richieste a cui invece occorre dedicare attenzione. So che, per esempio, un aneddoto dei “Me contro te” può passare in background senza conseguenze. Lo scorso giovedì, invece, si è percepito un vigoroso bestemmione provenire dal palazzo di fronte alla stanza in cui ci occupavamo delle nostre faccende – io lavoravo e lui giocava con lo smartphone della nonna e mi tempestava di informazioni. Ne è nato così un confronto sulla pratica della bestemmia in cui si è mostrato precoce nell’analisi della situazione e nell’opinione che mi ha restituito. Poi, non so in base a qualche collegamento di pensieri, mi ha chiesto se guardassi il programma Forum, e così ho cercato di comprendere perché un bambino di terza primaria sia interessato a una trasmissione da telespettatori dello scorso millennio come Forum. Forse, nella casa in cui la nonna svolge le mansioni di badante, è un appuntamento che i suoi assistiti non si perderebbero per nulla al mondo. Lunedì prossimo Mattia tornerà in classe e, probabilmente, non ci vedremo più fino all’estate prossima. Proverò a seguire qualche puntata di Forum, potrebbe risultare utile nel caso la scuola chiuda di nuovo e Mattia torni a giocare a confrontarsi con gli adulti qui, ogni giovedì pomeriggio.

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