La prima serata del festival 2025 conferma la debolezza della proposta di quest’anno. Carlo Conti non è capace nemmeno a perdere tempo nei momenti del bisogno, a differenza di Amadeus e le canzoni, a parte un paio di guizzi, una noia mortale. Gerry Scotti e Antonella Clerici abbassano ulteriormente il livello, se possibile. Ecco qualche impressione a caldo senza voto ma sapete, alla primaria valutiamo i livelli.
Gaia
Un’annalisata priva del non-stile di Annalisa. Chiamo io chiami tu che chiama lui che chiama me. Già sentito e ne avremmo fatto anche a meno
Francesco Gabbani
Gabriele Corsi e Francesco Gabbani sono la stessa persona. Una specie di “Certe notti” ma, se possibile, un po’ più una merda.
Gerry Scotti
Una specie di Giorgio Bracardi incrociato con la Cariatide di Alan Ford.
Rkomi
Un Big Jim in quota logopedia, fino ad ora una palla senza fine. Sembra una composizione di Madame fatta male e inutilmente lunghissima, o forse come tutte le cose che annoiano il tempo non passava mai.
Noemi
Stasera aveva qualcosa di Debbie Harry nello sguardo, ma è stato un attimo ed è passato. Una sanremata che potrebbe anche vincere.
Antonella Clerici
Vestita da DJ Super X, quello di Superclassifica Show, la palla sberlucciante da discoteca, per intenderci.
Irama
Rkomi, Ultimo, Tananai, Irama, per me son tutti uguali, inutilmente uguali, con l’aggravante del nome di merda. Anche la canzone si conferma piuttosto di merda ma con l’autotune e un incontrollato riverbero da piazza San Pietro. E poi come cazzo si veste.
Coma Cose
Un anticipo di carnevale. Sembra un pezzo di Dargen D’amico cantato da Albano e Romina.
Simone Cristicchi
Il primo dei cantanti meloniani in gara. Non ho mai conosciuto nessuno che lo ascolti. In quota BES, ma stonato. File under “Portami a ballare”. Non ho capito la standing ovation al termine. Una vera merda.
Marcella
Stronza forse ma sorprendente, lo dice lei eh. Al momento la migliore, ma poi arrivano Lucio Corsi e Joan Thiele.
Achille Lauro
Sembra un incrocio tra Frankestein Junior quando canta “Put it on the ritz” e Young Signorino, che poi sono la stessa cosa. L’intro sembra l’Ave Maria di qualcuno e poi continua come “Notte prima degli esami”. Rivalutato con X Factor ma, ogni volta, mi chiedo come sia possibile la sua esistenza. Il sax finale mentre lui sbraita mi ha lasciato attonito.
Il Papa
Vabbè, questa mi mancava, D’altronde è anche stato da Fazio.
Imagine
Aridatece la versione degli A Perfect Circle, di certo più adatta al momento
Giorgia
Un tripudio di rime baciate nei primi quattro versi, e così quando dice “In questa stanza buia, solo tu sei la cura” ci trova spiazzati. Giorgia ha una voce pazzesca ma gli fanno cantare canzoni inutili al cazzo. Quest’anno non si smentisce.
WIlli Peyote
Già dalle prime note si capisce che è troppo sofisticata per Sanremo, soprattutto per l’edizione caciarona di quest’anno. Da lontano sembra Peppino Di Capri e la canzone a tratti richiama Pino D’Angiò. Se vincesse lui sarei contento, tutto sommato, anche se sprizza americanata da tutti i pori. Ma c’era Luca Ravenna tra i coristi?
Rose Villain
Pop italiano estremo privo di qualsiasi briciolo di originalità, uguale a milioni di altri pezzi di Amici, altra in quota logopedia anche se è un belvedere.
Poi Carlo Conti annuncia “il grande Jovanotti”, così corro in bagno. Corre anche lui e si inciampa. Jovanotti ridefinisce il concetto di musica di merda. Arriva Tamberi ma è fuori tempo massimo, oramai l’italia vincente si chiama Paola Egonu ed è già stata ospite e l’hanno pure criticata.
Sara perché ti amo è karaoke allo stato puro, e poi finalmente arriva la pubblicità. Carlo Conti comunque non è palesemente all’altezza.
Olly
Ma chi cazzo è? Non a caso insignificante, comunque il più zarro di tutti
Elodie
Una bomba di domopack, canzone anonima quanto lei. Alle sette me ne sono già dimenticato.
Shablo e tutti gli altri inutili
Il festival degli orrori, vestiti di merda con l’aggravante del coro gospel. Un MA COSA CAZZO direttamente all’ultimo posto.
Massimo Ranieri
Quest’anno a Sanremo danno fastidio persino gli stacchetti. Tutto è equalizzato di merda. La sua è una specie di “Glory Box” in versione melodico napoletano, non mi stupirei di trovarla sabato tra i primi tre. Potrebbe essere tutto intelligenza artificiale.
Il maxispot alla Superbowl è della Tim e conferma che in Italia non c’è verso di rifare gli anni 70 bene. La pubblicità con il tipo che si caga addosso nel mezzo del matrimonio e poi carica la lavatrice nel mezzo della sala comunque mi sorprende sempre.
Raf in piazza colombo
“Self control” in versione duemila e venticinque fa rabbrividire. Rinnegare l’italodisco è un crimine.
Tony Effe
Arriva conciato da gelataio. Ma che merda è? Effe sta per Fiorini (nel senso di Lando), ma la sua forse è la peggior canzone di tutti i tempi di tutti i Sanremo.
Serena Brancale
È stata da Zoro quindi mi è simpatica anche se somiglia a Ligabue. Movimentata ed elaborata, a differenza di tutte le altre e con una spruzzata di afro beat ma forse stavo dormento e ho sognato. Perfetta per il luna park
Brunori Sas
Canta come De Gregori ma la canzone è bella e, per questo, non vincerà mai. Risulta un buon compromesso tra “C’è qualcosa di grande tra di noi” dei Lunapop e, per il resto “Rimmel”.
Modà
I più zarri i tutti e il pezzo è osceno, una merda che plagia “Ti ho voluto bene veramente” di Mengoni con una spruzzata di Negramaro ma che non gli porta dietro nemmeno le ciabatte. Un quadro di Kandinsky dove immaginarmi tutto. Ma andate affanculo.
Clara
Una canzone che non si capisce come va ma poi torna nei recinti delle Elodie e delle Annalisa, tutto sempre uguale, che due coglioni.
Lucio Corsi
Aspettative altissime, conciato da Bowie, riesco a seguire il testo perché convincente. In un universo giusto vincerebbe lui. Finalmente qualcosa di diverso con un finale struggente.
Fedez
Dopo Lucio Corsi sembra quasi uno scherzo della natura che ripropone un genere ampiamento superato. Per fortuna che queste mezze calzette la trap le ha spazzate via.
Bresh
Mai sentito prima, una versione di provincia di Rkomi, una merda ma almeno onesta.
Sara Toscano
Un brano già banale dalle prime note. No dai ragazzi non ci siamo, diamoci una svegliata, sinceramenteeeee un’altra annalisata con melodie inutilmente pretenziose.
Joan Thiele
La mia prefe in versione lick my legs. Canzone con un suo perché, nella mia classifica ideale arriva seconda dopo Lucio Corsi.
Rocco Hunt
Mi sembrava strano che la canzone napoletana non fosse rappresentata. Ma forse era meglio non rappresentarla così. Alla terza successione tra tonica minore e settima dominante vado a lavarmi i denti.
Francesca Michielin
Penalizzata dall’orario, un pezzo pessimo ma forse sono io che non ne posso più. Poi però ne rivaluto la regolarità, potrebbe essere una trovata dell’intelligenza artificiale per vincere il festival. E vincerà.
The Kolors
Inizio tra Supertramp e Tame Impala ma poi, tamarri come sono, si smascherano subito. “Mi piaci un minimo, mi aspetti a Mykonos “e poi parte la classe dritta e si sfocia nell’inconfondibile ritornello dei loro successi sanremesi. Un deja vu.
Resta il dubbio di chi canti “tutta l’Italia tutta l’Italia”. Comunque un abisso (in peggio) rispetto alle edizioni precedenti, tra le canzoni la differenza qualitativa è incommensurabile, a parte Lucio Corsi.