Tutto da rifare. Da questo quadrimestre tornano i giudizi sintetici alla primaria, nella scala che va dall’ottimo giù fino al baratro dell’insufficienza. Basta quindi con i livelli. Ogni materia avrà una valutazione unica, chiara ed efficace. La precedente modalità è durata sin troppo. Era stata introdotta durante il Covid, mentre facevamo lezioni su Google Meet e i miei bambini della prima di allora si erano trovati costretti a imparare, nel giro di qualche giorno, come si avvia un pc, come si inseriscono le credenziali, come si accede alla app, come si seguono le lezioni a distanza, come si attiva e si disattiva il microfono, quali sono i tempi della DAD e, in genere, come ci si comporta se sei a casa da solo ma dentro allo schermo c’è una classe intera divisa in quadratini che ti ascolta. Tutto questo, ribadisco, in prima.
Erano giusto cinque anni fa, proprio di questi tempi, anzi in queste ore. Una triste ricorrenza, e l’aver spazzato vita uno dei pochi strascichi rimasti – dopo le mascherine, le vaccinazioni e il distanziamento sociale – probabilmente sarà d’aiuto a rimuovere tutto il male che il lockdown ci ha provocato. L’esperienza della valutazione descrittiva dei livelli di apprendimento di ogni singola materia, al contrario, non è stata poi così negativa. Poter raccontare a studenti grandi e piccini e ai loro genitori le considerazioni di noi insegnanti sul loro percorso didattico, lavoro dopo lavoro, per me è stata un’opportunità efficace per non assumermi l’odiata responsabilità di cristallizzare in un valore una prestazione. Una cosa che non sono assolutamente in grado di fare. Ogni errore va contestualizzato, allo stesso modo in cui ogni risposta corretta è a sé. Certo, argomentare tutto questo comporta impegno, dedizione, attenzione e tempo indipendentemente dalla classe in cui il docente opera. In prima primaria ci sono mille osservazioni da fare, tanto quanto in una quinta liceo occorre essere convincenti al cospetto di un pubblico già adulto. Aspetti diversi, chiaro, ma la questione non cambia. A scrivere ottimo, distinto, buono e discreto ci vorrà invece un attimo. Un soffio. Noi insegnanti italiani torneremo così finalmente ad avere tutto il tempo libero che ci compete, secondo la narrazione mainstream. L’importante è che siate contenti voi.