Finalmente avevo deciso che cosa fare. Come passare il tempo libero. Mi sono messo a cercare un corso da qualche parte – a Milano e dintorni puoi imparare a fare davvero quello che vuoi – di Northern Soul, nel senso del ballo. Se non lo conoscete, è uno stile pazzesco con una storia di cui chi lo professa va orgogliosissimo, non sto a spiegarvelo ma ci sono Google e Youtube e potete tranquillamente arrangiarvi da soli. Non sono un mod, e i dischi su cui ci si muove non appartengono nemmeno ai miei generi preferiti, ma le mosse e i passi sono una delle cose più eleganti che abbia mai visto. Anzi, è del tutto improbabile che abbia la scioltezza per eseguire quei movimenti. Ma non dovete preoccuparvi, al momento non corro nessun pericolo di rimanere bloccato con la schiena nel tentativo di emulare la gente che affolla posti come la Rivoli Ballroom. I risultati che ho trovato sui motori di ricerca rimandavano a un unico insegnante e ad alcuni workshop tenuti da lui nella zona. Ma, a una ricerca più approfondita, ho scoperto che purtroppo quell’esperto di ballo Northern Soul è morto un paio di anni fa. Per il resto nulla, nada, niente, buio totale. Dovrei trasferirmi a Londra o, appunto, nel nord del Regno Unito.
Così mi sono dovuto accontentare del piano B. Mi sono iscritto a un corso di litigio professionale, con una interessante curvatura sull’incazzatura. Litigare è un costrutto emotivo che è stato sempre fuori dalle mie corde, quasi come tutto ciò che esula dal Partito Democratico. Quelle poche volte in cui perdo il controllo e alzo la voce è facile che ridano tutti perché mi viene un tono assolutamente non credibile. In più non riesco a parlare un po’ perché non so proprio cosa dire, come argomentare la mia presa di posizione, e un po’ perché mi si blocca tutto poco sotto la mascella e, per farla breve, non ci faccio proprio una bella figura. Sputo fuori le prime cose che mi passano per testa che spesso non c’entrano con il motivo del litigio, anzi mi invento assurdità che a ripensarci dopo vorrei scomparire dalla faccia della terra. Al corso invece sto scoprendo un mondo. Il mio insegnante è super competente e il programma promette davvero bene: ci sono ore dedicate alla sicurezza di sé, alla presunzione, all’arroganza, all’ignoranza, che poi è il più efficace filtro alla sensibilità, e all’antipatia. Nelle recensioni che ho trovato in rete è pieno di pareri positivi soprattutto da chi, come me, ha fatto della remissività e della gentilezza la propria ragione di vita. E il secondo anno è compreso addirittura uno stage sulla violenza fisica. Proprio quello di cui avevo bisogno.
Ahahahah bellissimo