alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 05.11.15

Standard

valigiablu, “Meno contenuti, più qualità: ripensare la gestione delle comunità online”: Il The Guardian ha pubblicato una guida che mira a ripensare in modo piuttosto radicale il community management a partire da un principio: pubblicare tanti contenuti di scarsa qualità non serve più a nessuno. Non serve ai mittenti, che non traggono alcun vantaggio dall’algoritmo che regola la rilevanza di ciò che appare sul nostro news feed di Facebook. Non serve ai destinatari, che sono bombardati da messaggi che arrivano contemporaneamente e da diverse piattaforme e hanno bisogno di trovare ciò che interessa loro davvero, in tempi brevi. In quest’ottica, la notizia della riduzione di contenuti pubblicati dagli utenti su Facebook nell’ultimo anno potrebbe non essere un’indicatore di crisi, bensì di maturità. Lo scopriremo nei prossimi tempi.

Rivista Studio, “Umani dopotutto”: L’apertura di Amazon Books a Seattle, la prima libreria fisica del colosso digitale, avvenuta nei giorni scorsi, è solo l’ultimo di una serie di episodi che confermano quello che molti, noi di Studio compresi, pensano già da un po’: la guerra fra fisico e digitale – in tutti i campi, intrattenimento, shopping, editoria, cultura – verrà ricordata come una delle più stupide e insensate di sempre.

trentanni e qualcosa, “Giustamente lo chiamano divorzio breve”: L’appuntamento per il divorzio è alle 11 ma sappiamo già che dovremo aspettare. Non si tratta di un orario personalizzato, si entra a turni – come dal medico, ma senza ticket. Non so in che modo si stia rispettando l’ordine d’entrata, so solo che noi siamo i noni e nessuno ha chiesto “Chi è l’ultimo?”. Confido quindi nelle avvocatesse, che sembrano rilassate nelle loro chiacchiere professionali.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 04.11.15

Standard

The New Yorker, “Springsteen’s Most Anxious Album”: But “The River” isn’t a political record. Springsteen made it when he was newly thirty, not yet married but questioning the institution, bending it to the light, checking it for scratches, the way a person might inspect an old LP at a yard sale. It is as if he began to understand his life as finite and contained, and started asking the tough questions about what it means to be alone, and about the kind of person—if any—he might like by his side.

stravagaria, “L’anatomia di Gray”: la cecità nel perseguire l’appagamento immediato di ogni desiderio annacqua la capacità di giudizio, rende complici e conniventi di chi commette malvagità simili alla nostre, inclini a deridere chi sceglie percorsi più accidentati e rifugge scelte al ribasso.

The Post Internazionale, “Gli oggetti personali delle vittime della Guerra in Bosnia”: Durante la Guerra in Bosnia del 1992-1995 morirono 30mila bosniaci. Un fotografo restituisce loro l’identità mostrando gli oggetti personali ritrovati nelle fosse comuni.

La poesia e lo spirito, “Considerazioni sulle strutture espositive: da Italia ’61 a Expo 2015”: Tuttavia le strutture di Italia ’61 e delle Olimpiadi, quando attive, conservavano una dimensione di accoglienza, adeguata alle esigenze del pubblico, che è venuta a mancare a Expo Milano 2015. L’errore di Expo Milano 2015 è stato di mettere in piedi padiglioni che, come concezione, sono ancora ottocenteschi, e non hanno saputo rispondere a genti provenienti da tutto il mondo. Si tratta di un fallimento, ma non del sistema ricettivo, si tratta di un fallimento della progettazione architettonica. Un fallimento attribuibile agli architetti, certamente condizionati dalla politica ma non per questo giustificabili, che non hanno saputo misurare spazi tempi e utenze.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 02.11.15

Standard

Luca De Biase, “La giostra digitale. I tagli di spesa, la banda stretta, lo storytelling”: Attualmente siamo piuttosto in una giostra di notizie incoerenti. Lo storytelling a favore del governo e della sua immagine di innovatore, la celebrazione degli eroi dell’innovazione che ci sono anche nella pubblica amministrazione, l’”annuncismo” dei piani senza apparente consequenzialità operativa, la tattica di tagliare le spese informatiche, non sono certo una strategia. Che cosa ha fatto il governo per cambiare radicalmente strada sulla riforma digitale della macchina pubblica? Come spiega la relazione tra i suoi progetti e la riduzione di spesa? Spendere meno per ottenere un servizio migliore è un’ottima strategia. Ma va spiegata meglio. E soprattutto portata avanti senza fanfare ma con il lavoro. Su argomenti come questo, le fanfare non sono divertenti e fanno danni, se non c’è un seguito reale.

minima&moralia, “Amare, perdere e poi scrivere, da Salinger a Ernaux”: Non si sentono da cinque settimane, Oona non risponde alle lettere e Jerome non se ne fa una ragione finché sbircia il sorriso dell’innamorata su quel numero di Life. Guarda meglio, il compagno d’esercito cerca di richiudere l’articolo ma Salinger è lesto. Gli strappa la rivista e rimane a fissare Oona a braccetto con un uomo attempato, tutti e due vestiti da matrimonio. Il titolo è “Charlie Chaplin sposa la O’Neill”. La didascalia recita una dichiarazione dell’attrice: “La cosa che mi ha colpito di mio marito? Lo sguardo. Che occhi azzurri che ha”. Salinger legge, porge con gentilezza Life al compagno d’esercito, rientra negli alloggi, si stende sulla branda, dorme.

the post internazionale, “Hai figli? Non rispondo, il colloquio finisce qui”: Paola ha provato a chiedersi cosa c’entrasse la sua situazione familiare con il lavoro in questione. Lei stessa avrebbe offerto determinate ore di disponibilità, a prescindere dal fatto che fosse sposata o meno. “Lo chiede anche agli uomini?”, ha chiesto Paola. “Questo è un lavoro che devono fare solo le donne”, le ha riposto il direttore.

Youthless Fanzine, “Mustang”: E qui l’altra grande intuizione del film: il non soffermarsi eccessivamente sull’oppressione, ma concentrarsi sulla voglia di libertà. C’è il dramma, questo è chiaro, ma ciò che ci viene mostrato è più che altro la voglia di queste ragazze di scappare. Meravigliosa e molto toccante nella sua semplicità è per esempio la scena in cui due sorelle fanno finta di nuotare e tuffarsi tra le lenzuola e le coperte.

The New Yorker, “What We Think About When We Run”: Of course runners think about their route, their pace, their pain, and their environment. But what of everything else that routinely surfaces in the mind during a run? The new girlfriend, the professional dilemma, the batteries you need to remember to buy for the smoke detector, what to get your mom for her birthday, the brilliance with which Daveed Diggs plays Thomas Jefferson (if you are listening to the soundtrack to “Hamilton”), the music, the moment (if you are listening to Eminem), the Walter Mitty meanderings into alternate lives: all of this is strangely missing from Samson’s study. The British author Alan Sillitoe got it right in his 1958 short story “The Loneliness of the Long Distance Runner”: “They can spy on us all day to see if we’re … doing our ‘athletics,’ but they can’t make an X-ray of our guts to find out what we’re telling ourselves.”

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 02.11.15

Standard

Internazionale, “Roma e Milano divise dalla politica”: Un tratto solo della infinita catena di affinità e differenze tra Milano e Roma merita forse attenzione, se non altro come ipotesi che aiuta a spiegare la tragedia romana. Si tratta del rapporto peculiare e quasi opposto che le due città hanno intrattenuto con la politica. Con la cautela che si deve mantenere quando si parla di strutture complesse come due città che meriterebbero di essere osservate da vicino, evitando il più possibile visioni generali e onnicomprensive. E con l’avvertenza che per politica si intende qui sostanzialmente quella incarnata dalle varie istituzioni che agiscono, più o meno dall’alto, nelle metropoli moderne. Da questo punto di vista può, con prudenza, essere ipotizzata una differenza fondamentale: Roma ha bisogno della politica, Milano no.

Che libro mi porto, “Viaggi letterari: a Chicago nascerà il Museo degli scrittori americani”: Da Mark Twain a Louise May Alcott, da Jack Kerouack a Emily Dickinson, da Ray Bradbury a Truman Capote.. e l’elenco degli autori made in Usa che hanno costruito pagina dopo pagina il nostro immaginario collettivo potrebbe continuare all’infinito. Forse è per questo che, nel progetto dell’American Writers Museum, c’è l’idea di dare spazio di volta in volta a nomi e volti diversi, di catturare i visitatori con le nuove tecnologie, la multimedialità, le mostre temporanee e gli eventi interattivi.

alessandra farabegoli, “Puoi farmi cadere le braccia o farti amare, a te la scelta”: Le commodities sono servizi che compriamo perché ci servono e non perché li desideriamo, e spesso siamo rassegnati a subirli come una rottura di scatole inevitabile. Le aziende che lavorano bene – e sono poche – sono quelle capaci di diventare trasparenti, e farsi notare perché, contro ogni aspettativa, le cose funzionano come dovrebbero.

I discutibili, “Chi ha paura dell’Uomo All Black”: Per avere un minimo di equità, dovrebbero giocare in 14. Togliete chi volete, ma dovrebbero giocare in 14. Questo il primo giudizio che viene in mente all’esito della finale della Coppa del Mondo di rugby fra Australia e Nuova Zelanda, con i Wallabies che riescono a recuperare 14 punti solo nei 10 minuiti durante i quali gli All Blacks sono stati in inferiorità numerica.

Rivista Studio, “Expo, spiegato male”: Questo non è un articolo contro i gufi e infatti non è che l’esibizione dovesse necessariamente piacere a tutti, ci mancherebbe, ma era impossibile affiancare a tante ironie la previsione che avrebbe funzionato? Qualcuno che osasse chiosare: «Fa schifo, dunque piacerà tantissimo»? Niente. Neanche un «Mangiate merda. Milioni di mosche non possono sbagliare», come diceva Marcello Marchesi quando la gente non era suscettibile.

Sul Romanzo, “Milano Capitale”: Milano è già capitale della moda e dei modi di vivere, ma non influisce sul resto del Paese e rischia di isolarsi in Italia mentre si integra in Europa. Questo perché pare essere avvenuta una secessione economica e sociale che ha tagliato fuori due terzi d’Italia da una possibilità europea di uscita dalla crisi. Ce lo ha raccontato lo Svimez, che ci ha regalato una fotografia amarognola dentro la quale un po’ di Nord sorride, ma tutto il Centro-Sud piange.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 30.10.15

Standard

Frizzifrizzi, “Movie Posters: le locandine dei film, animate”: Nel video in questione, il filmmaker spagnolo Pablo Fernández Eyre, losangelino d’adozione, si è divertito a “mettere in moto” alcuni grandi classici della storia del cinema e film di culto più recenti, dai capolavori di Miyazaki a quelli di Lynch, passando per Kubrick, Wes Anderson, Rocky e pure un baraccone come Independence Day.

Hai Da Spicciare?, “Agota Kristof, Trilogia della città di K.”: Trilogia della città di K. è un libro pieno di cose semplici, di azioni, che sembrano fatte di niente. Un libro pensato e scritto nella lingua dei bambini, una lingua che si scopre lentamente e si costruisce in modo ruvido e scarno. Per inventare questa lingua, Agota Kristof ha dovuto dimenticare la sua e usarne una che non padroneggiava. Una sensazione di smarrimento che immediatamente ribalta le posizioni, un’esperienza che forse si prova solo da bambini o quando si è costretti a fuggire per cercare rifugio in un paese che non è il nostro.

manginobrioches, “La scoperta dell’acqua (calda) ovvero #Messinasenzacqua”: Messina città senza falde, tutta friabile e perciata nel suo sottosuolo contraddittorio, Messina tutta intubata e tombata nelle sue acque sotterranee, zittite dal peso dei pentavani termoascensorati con pavimenti in gres porcellanato. Messina scavata fino all’osso eppure senza canali per le acque di scolo, liscia come un’autostrada dai colli al bagnasciuga, piastrellata senza vie di fuga, tombata senza tombini.

Nazione Indiana, “La memoria del mondo: Italo Calvino, Google e la NSA”: Il discorso fatto in occasione di un finto passaggio di consegne tra due direttori dell’”archivio generale del tutto” riempie le sette pagine de La memoria del mondo, e in quel discorso scritto circa cinquanta anni fa, Calvino narra uno scenario reale al punto che oggi appare del tutto usuale. Uno scenario che i casi Wikileaks e Datagate (con protagonisti Julian Assange e Edward Snowden) hanno svelato in tutta la loro preoccupante drammaticità. Raccontando di un’organizzazione che costruisce “un catalogo di tutto momento per momento”, Calvino in pochissime pagine mostra come la spasmodica necessità di archiviare tutto quello che si conosce o si vuol conoscere di persone e fatti (“una memoria centralizzata del genere umano”) generi inevitabilmente intrighi, drammi e infine morte.

Trent’Anni e Qualcosa, “Il bus delle otto di sera”: La banchina di attesa degli autobus extraurbani che partono dalla stazione di Cagliari è sempre la stessa, da decenni. Grigia e con le panchine rosse. Gli autobus si avvicendano uno dopo l’altro, puntano i fari sulle facce stanche di chi attende, gli occhi vanno allo schermo e all’orologio. Non è il mio, è ancora presto.

Alessandro Gilioli, “Non è politica, è bullismo”: Cioè, il Pd avrebbe concesso al sindaco di leggere un messaggio in aula. Ma che è, la Gestapo? Un processo staliniano? Le ultime parole del condannato prima del patibolo? Poi gli avrebbe concesso anche un incontro con Renzi, purché a dimissioni esecutive, insomma lo sconfitto che viene magnanimamente ricevuto dal vincitore, un po’ come al termine delle guerre medievali – non so, forse a Marino sarebbe stato addirittura permesso di entrare a Palazzo Chigi sui suoi piedi anziché sulle ginocchia, e magari senza manette ai polsi e cenere in testa.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 29.10.15

Standard

DUDE MAG, “Perché quando si parla di carne andate fuori di testa?”: Quel che è certo è che ormai nessun grande quotidiano manca della sezione “salute e benessere” o “ambiente”, con tanto di sfondo verde e immagini enfatiche di agnelli felici, tofu, semi vari, alberi. Notizie simili a quella della ricerca dell’OMS escono quasi ogni settimana, con differenti tagli e differenti argomentazioni, l’ultima che mi viene in mente è di un paio di settimane fa e riguarda l’allarme per l’abuso di antibiotici negli allevamenti, che attraverso il consumo di carne ridurrebbero l’effetto dei farmaci sull’uomo, causando migliaia di morti ogni anno.

Gli Stati Generali, “Francesco Guccini tra musica e scrittura celebra la sua carriera”: Con questa raccolta si celebra tutte la sua carriera dal suo debutto ufficiale nel 1967 fino all’ultimo album studio del 2012. Un lavoro di ricerca e valorizzazione di un patrimonio musicale vasto e sfaccettato racchiuso in un cofanetto che uscirà in due versioni.

Il Post, “Quanti libri si traducono negli Stati Uniti?”: All’ultima fiera del libro di Francoforte, Sarah Jane Gunter, la direttrice generale di AmazonCrossing – la casa editrice di Amazon che pubblica libri stranieri – ha detto che nel 2015 la casa editrice investirà 10 milioni dollari (circa 9 milioni di euro) per pubblicare 77 nuovi titoli, scritti in 12 lingue e provenienti da 15 paesi diversi. Sorpasserà così la casa editrice Dalkey Archive, che fino all’anno scorso era il primo editore di libri stranieri degli Stati Uniti, e diventerà il maggior editore americano di libri tradotti in inglese. Nei quattro anni precedenti – tra il 2010 e il 2014 – AmazonCrossing aveva tradotto in tutto 121 libri.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 28.10.15

Standard

Rivista Studio, “L’Emoji e la legge. Una faccina può cambiare una sentenza?”: Un gruppo di ricerca sloveno il mese scorso ha pubblicato l’“Emojii Sentiment Ranking”, un report dove si nota che tanti dei modi in cui si usano le Emoji, le emoticon più diffuse, sono controintuitivi.

chi ha paura di virginia woolf?, “I cinquecento euro del nostro scontento”: L’obolo è stato recapitato anche a me e nemmeno per scherzo mi è passato per la mente di volerlo restituire; intanto perché devo ricomprare un computer che mi ha lasciato per strada e perché, per la prima volta dacché insegno, mi viene data la possibilità di pagarmi qualcosa e non di tasca mia. Certo abbiamo un contratto scaduto da circa sette anni, certo a nessuno verrà in mente, quando e se il contratto sarà rinnovato, di restituirci gli arretrati dovuti, certo cinquecento euro non fanno primavera, ma intanto li ho intascati e li intascherò anche il prossimo anno, a Renzi piacendo. Devo ” rendicontare “? E perché non dovrei farlo se sono soldi destinati all’acquisto di qualcosa che ha a che fare con la professione e non con la professoressa?

The Guardian, “Top 10 memorable meals in literature”: Below is a tasting menu of 10 delectable literary meals, a balanced mix of savoury and of sweet, of the humorous, the poignant, and the profound.

Finzioni, “I cinque momenti che tutti abbiamo vissuto in una libreria dell’usato”: Parlo di quei luoghi di perdizione in cui posso trovare di tutto: dall’ultimo successo d’oltreoceano pubblicato da Einaudi al volumetto Adelphi che sto cercando da una vita. Per di più in condizioni decenti, spesso eccelse. In più: sconti; molti sconti! Durante l’ultima visita effettuata, ho avuto modo di sperimentare una gamma di situazioni diversificate e intense. Ve le descrivo qui di seguito, sicuro che anche a voi luoghi simili – dalla bancarella alla libreria, passando per la fiera – hanno suscitato reazioni emotive di una certa rilevanza.

Il Post, “La storia di Terence Trent D’Arby”: Nel 1987 fece un disco memorabile e un successo mondiale, poi qualcosa andò storto e decise di sparire: a Milano.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 27.10.15

Standard

L’oblò, “tutto il resto”: Finché un ragazzo, un po’ meno timido di altri, ha alzato la mano e ha detto: «Secondo me dovrebbe toglierci tutto il resto». «In che senso?» ho chiesto io, un po’ sorpreso. «Nel senso che leggere potrebbe anche essere divertente ma di certo non come le altre cose che faccio: guardare la tv, chattare con il cellulare, giocare con la playstation, cazzeggiare sul computer… Se lei potesse togliermi tutte queste cose, io credo che qualcosa magari leggerei».

soft revolution, “I lati oscuri dell’amicizia femminile”: Credo di aver perso il conto delle volte in cui mi è stato detto che la vera amicizia non esiste, tra donne. A quanto pare, siamo condannate a essere considerate furbe, maliziose e permalose fin dalle scuole elementari; crescendo, chi evidentemente si è fatto una scorpacciata di film come Mean Girls si convince pure che tra ragazze ci sono non amicizie, ma unicamente alleanze, e prova a convincere pure te.

repubblica, “Il vinile dei desideri. Bello e impossibile”: Crescono le vendite di Lp in America e in Italia. Ma la produzione è artigianale e i macchinari spesso vecchi Così le fabbriche non riescono a evadere gli ordini.

Il MItte, “La città dei suoni e della musica: melodie berlinesi”: Questo è un viaggio musicale a ritroso nel tempo tra i quartieri della città, un percorso intrapreso da persone diverse con storie e personalità differenti, ovviamente, legate tra loro perché ambientate tutte sotto il cielo della capitale tedesca. Ci sono sfumature tratteggiate da dettagli così comuni, quanto invisibili, caratteristiche sfuggenti ma uniche.

La Poesia E Lo Spirito, “Dieci domande a dieci scrittori-traduttori. Riuscire a trasmettere la voce dell’autore: Silvia Pareschi”

menteminima, “Un messaggio non è solo un messaggio”: Dopo aver vissuto sette anni in albergo ho comprato una casa e dopo aver usato mezzi pubblici e taxi per almeno dieci anni ho comprato un’automobile.

Orrore a 33 Giri, “Ugolino – Ma Che Bella Giornata (1968 – 7″)”: A metà canzone dall’inquietudine individuale si passa ad una visione tragicomicamente più universale: “mi accendo la radio o la televisione / m’accorgo che il mondo sta andando benone / vogliamoci bene dicono tutti / però l’indomani ci sono più lutti”; nell’ultima strofa si descrive il termine della giornata del protagonista ed è qui che l’inquietudine esistenziale raggiunge il suo culmine: “mi infilo nel letto e dico a me stesso / che forse domani non sono lo stesso / il sonno che arriva mi porta conforto / m’illude che vivo ed invece son morto”, il tutto sempre con lo stesso solare ed orecchiabilissimo tema.

The Post Internazionale, “Il supermercato di Berlino che vende solo prodotti sfusi”: Si chiama Original Uverpackt, ha aperto nel 2014 e vende alimenti senza imballaggi per ridurre lo spreco del cibo e l’impatto ecologico sull’ambiente.

Strade, “Sanremo, gli assenteisti e il nuovo partito della kastagente”: Allo stesso modo la vicenda di Sanremo, con i quasi 200 dipendenti indagati per assenteismo, tra un impiegato in canoa e un vigile in canotta, ci ha mostrato che la realtà è composta da una scala di grigi che il “gentismo” non riesce a cogliere, e ora siamo di fronte a una nuova specie d’italiano, probabilmente la più diffusa, che non è né “gente” né “kasta”, ma un mostro che unisce il peggio di entrambe: è la “kastagente”. Sono persone comuni, pubblicamente gentiste, che si comportano da kasta quando ne hanno la possibilità.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 26.10.15

Standard

L’Espresso, “Tutti a Milano, la città dove ogni cosa accade”: Si fa lo slalom nelle strade invase dai viaggiatori, la città è al secondo posto tra le più visitate d’Italia, Firenze si piazza dopo di lei e sembra uno scherzo. Il dato non dipende dall’effetto Expo applaudito dalla stampa di mezzo mondo, dopo mesi di apocalittici anatemi e scandali nostrani. L’ascesa inizia ben prima. Ecco, il miracolo a Milano. Se questo non è miracolo, allora cos’è?

Christian Raimo, “Suburra è un luna park moralistico e senza ironia”: Il risultato è un compromesso al ribasso, che mette in scena un mondo bidimensionale, una specie di luna park del crimine romano, in cui i personaggi sono dei cartonati che ci mettono la stessa paura di una silhouette che ci appare nel buio e la storia è una serie di clip girate piuttosto bene in cui la cosa che notiamo di più non è quello che accade ma i fondali costruiti da bravissimi scenografi.

doppiozero, “Intellettuali, lavoro culturale e tecnologie digitali”: sarebbe essenziale fornire un tratteggio dettagliato del macro-contesto culturale attuale, in cui si scontrano due schieramenti compositi: da una parte un intellettualismo un po’ cialtrone e parvenu si accompagna al timor panico dei grandi intellettuali, i venerati maestri, succubi di una reazione emotiva di fronte agli sviluppi tecnologici che sfocia spesso in un irrazionale conservatorismo; dall’altra, il cinico, pericoloso, virale anti-intellettualismo di un Italia con il 47% di analfabeti funzionali. Bisognerebbe adottare infine una prospettiva allargata e porsi i problemi – che sono a un tempo di forma e contenuto – dell’autorevolezza, della rilevanza, della sostenibilità del lavoro intellettuale.

Finzioni, “Biblioraising, il sito che aiuta le biblioteche a raccogliere fondi”: Le biblioteche italiane hanno uno strumento in più per crescere e sostenersi: si tratta del sito www.biblioraising.it, che nasce per aiutare bibliotecari e associazioni che collaborano con le biblioteche a fare raccolta fondi e salvaguardare queste istituzioni culturali. Il sito è promosso da ANCI e dal Centro per il Libro e la Lettura ed è stato progettato dalla scuola di Roma Fund-Raising.it che ne cura la sua realizzazione.

frizzifrizzi, “In un poster, la storia della musica elettronica”: Non è un caso, quindi, che questo poster prodotto dallo studio di design inglese Dorothy e intitolato Electric Love abbia l’aspetto del circuito elettrico di un theremin, trasformato in un’infografica che traccia i collegamenti tra gli oltre 200 musicisti, compositori e inventori che in qualche modo hanno fatto la storia della musica elettronica, dallo stesso Léon Theremin (il nome dell’inventore russo fu poi occidentalizzato) fino ai Daft Punk, passando per Moog, John Cage, Giorgio Moroder, Brian Eno, i Kraftwerk, i New Order, i Depeche Mode, Aphex Twin, LCD Sound System…

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 25.10.15

Standard

tiasmo, “Il pianto e la disostruzione della tristezza”: C’è chi piange con il mento, come un coniglio offeso, chi con le narici, tirando su col naso. A Lorenzo si spezza la voce, il viso si scalda, ribollono le mani. Gli occhi, ragazzi, i suoi occhi sbocciano, si fanno enormi e sembrano dire: “ma che minchia ci sta capitando?”. Può restare così a lungo, le lacrime sull’orlo del vaso senza traboccare. Non nasconde ancora la faccia per il pudore, ma lo posso già immaginare grande, col cappuccio della felpa tirato sulla testa, le maniche sformate a forza di nasconderci i pugni dentro. Se farà come sua madre ci infilerà anche le ginocchia nel maglione, rannicchiandole sul petto.

NPR, “Patti Smith Looks Back On Life Before She Became The Godmother Of Punk”: I used to daydream when I was a kid about being an opera singer. And I loved Maria Callas, and my mother’s a really nice singer. She, you know, had sort of like a ’30s-style jazz voice. And my father had a nice voice. I think I sang in the school choir or something, but I didn’t really excel or have any real gift. But what I did have, I think, always was – I’ve always, for some reason, been comfortable talking in front of people or performing in front of people. And I guess I got a lot of guts, but I never really had that great a voice. I think it’s basically guts.

Doppiozero, “Expo: Milano da bere, Milano da mangiare”: Parlando di Milano, la città che ha introdotto i supermercati in Italia (il carrello dell’Esselunga è l’essenza di come si mangia nelle case dei milanesi), il cibo del Carosello e degli spot (la coppa del nonno, il mulino bianco, la valle degli orti), i primi fast food, i “paninari”, i panini giusti da accoppiare ai Negroni sbagliati, è certamente un progresso un’attenzione, si spera non modaiola, a quello che si mangia.

Fabristol, “Terrore”: Terrore è, diventati adulti, scoprirsi mortali. Terrore è diventati anziani scoprirsi immortali.