ridi in pace, EnzoGipunto

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Oggi si è chiusa una storia che non ho capito, quella della fine di Enzo Baldoni. Ho fatto parte della Zonker’s Zone – la mailing list da Enzo creata e moderata – e dei suoi vari spin-off dal 98 sino al 2004 circa. Devo avere ancora le discussioni su qualche back-up delle mail folder di Pegasus, il mio primo client di posta elettronica. Tanta gente, molto baccano euforico, spensierato e grave allo stesso tempo, ricco di passione, veemenza, humour, cazzeggio e curiosità. Decine di thread che nascevano ogni giorno e per più giorni si sviluppavano impazzite, raccolte e lasciate cadere dagli iscritti alla list. Sembra un romanzo ottocentesco, messo a confronto con i social media, dieci anni dopo. Una mailing list vs Facebook, tanto per capire. Ma c’era il contenuto, e molto meno il contenitore. Era come stare insieme, più o meno, chiacchierare durante le ore di ufficio ma con persone di altri posti. Sporgere la testa dalla scrivania e fare un commento al collega di fronte, seduto però chissà dove.

Mi sono allontanato dalla lista paradossalmente poco dopo aver conosciuto “dal vivo” Baldoni (ma non a causa di questo). Settembre 2002. Una cena all’Osteria degli antichi sapori dell’Isola, ancora nella vecchia sede, pochi mesi prima di essere assorbito piacevolmente e definitivamente nella vita attuale di marito e padre e copywriter. Ricordo l’eterogeneità degli umori conviviali che avevano un minimo comune multiplo, la figura di Enzo. La mia serata è finita poi sul divano di un amico di list, mai visto prima ma le di cui parole conoscevo benissimo. C’era un gatto impazzito che mi usava come piattaforma per tuffi e il rumore del tram a cui non ero abituato a tenermi sveglio, unito alla sbornia di facce semi-nuove memorizzate la sera prima. La mia vita stava però per diventare troppo concreta per una dimensione virtuale parallela e pian piano mi ritirai da quel multi-blog unopuntozero con selezione all’ingresso.

Ero ancora parte della List nell’estate del 2004, ricordo le perplessità di tutti sulla decisione presa da Enzo di partire per l’Iraq, non era certo il momento più adatto ma lo era lo stesso. Poi il primo messaggio di preoccupazione in cui ci veniva comunicata la sua perdita di notizie. Il resto è cronaca.

Chiudo questo incomprensibile (se non per me) post ricordando con piacere le 2 volte in cui, con la mia scrittura, ho divertito e incuriosito Enzo. Colpire (con le parole) le persone intelligenti – due volte è già abbastanza – è la più grande soddisfazione per un copy. E viceversa.