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SJY4rrcQVk8irFZYr4FSfgGV, sapete cos’è? Si tratta di una password per l’accesso a una rete che però non funziona. Mi è stata consegnata da un efficientissimo portiere di notte di un hotel a quattro stelle, solo quattro e peccato, perché se ne avesse avuta una di più avrebbe avuto anche una rete wireless funzionante. Spiace constatare che non sempre e ovunque è Milano. E vabbè, è solo un problema di customer care, oltre che di fortuna. Ho chiamato al telefono la reception e mi è stato comunicato che è la prima volta che succede, è impossibile che la password non funzioni. Ma sa cosa c’è di strano, gli rispondo. Il mio collega, che ha preso un bigliettino con la stessa stringa alfanumerica, ha il mio stesso problema. E io ho Vista, e lui Mac OS. Ma non è una catastrofe, ripeto.

È solo che passi da un posto come un ristorante in cui anche se ordini pizza e birra il padrone passa di continuo a controllare se va tutto bene, e cosa potrebbe andare male in una pizza e una birra mi chiedo, a un hotel che hai scelto soprattutto per il wifi in cui il wifi non funziona, e non è tanto per il post che volevi scrivere e pubblicare sul gestore della pizzeria che fa il giro dei tavoli per controllare se è tutto ok. Volevi solo sentirti un po’ meno in trasferta con le stesse pagine che apri a casa. Il tuo reader, la posta, il socialino preferito, il blog dove scrivere una nota sui ristoranti delle zone industriali delle città che alla mattina preparano la colazione per i consulenti, a mezzodì allestiscono i tavoli per il pranzo dei consulenti, alla sera servono cene a scelta tra le centinaia di proposte nel menu ai consulenti. E se fosse una serata speciale per i consulenti ci sarebbe il pianobar in un posto così che si chiama Pizzeria Lambada, e ci si immagina l’utenza in una serata come capodanno, tutti che si intreninano e il gestore che fa ancora il giro dei tavoli e chiede se è tutto ok. Uno di quei posti da centinaia di coperti, che in settimana sembrano lande da densità abitativa degna della taiga siberiana. O tundra. Boh.

Alla fine ci scherzi un po’ su, pensi agli avventori autoctoni tra i consulenti in gruppi di soli uomini e ti avvii verso l’albergo, dove con una solerzia a dir poco zelante vieni instradato alla cella prenotata con quel lasciapassare per il web che ti deluderà al primo tentattivo, al secondo ancora fiducioso perché a cena in trasferta comunque si può bere un bicchierino in più, al terzo caparbio, al quarto stupito, al quinto realista, al sesto disperato, al settimo capisci che puoi copiare la password su un file di testo (come il presente) e copiare e incollare facendo un po’ di combinazioni, tutte senza successo. Ti eserciti anche a scrivere osservandoti allo specchio senza seguire le dita sulla tastiera. Prima ti meravigli della parete spugnata che nemmeno tua nonna negli anni 80, poi decidi di chiudere perché ti sei dimenticato il titolo e l’argomento del post, e pensi che quel poco che è rimasto e che hai messo giù in brutta proverai a pubblicarlo la mattina dopo, a colazione, sempre che il livello di customer care dell’albergo lo renda possibile. Ecco, ora funziona. Era la mia scheda di rete.