un altro paio di maniche ma corte 

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Se la diffusione delle t-shirt senza senso è ormai fuori controllo, la Guardia di Finanza è finalmente giunta a capo della intricatissima organizzazione che va distribuendo nelle vendite al dettaglio di mezzo mondo tonnellate di magliette stampate con illustrazioni completamente prive di significato. Il Comitato Internazionale per la Semiotica della Moda finalmente può tirare un sospiro di sollievo e sperare in un futuro più roseo in cui la gente riprenda a indossare t-shirt consapevolemente. La gang di terroristi del buon gusto, basata nella periferia industriale di Shangai, Cina, tramite un programma software in grado di generare random parole e disegni e abbinarli in messaggi completamente inventati, stampava e commercializzata migliaia di magliette al giorno destinate alle più note catene di abbigliamenti cheap, quelle che – per non fare nomi – gremiscono in franchising gli spazi commerciali dei nostri ipermercati. L’organizzazione è stata smantellata ma sarà difficile bonificare tutta la catena distributiva. Si stimano nell’ordine dei miliardi i capi ancora in circolazione. Secondo l’Ordine degli Psicologi il problema ora sarà ricondurre i consumatori ai processi tradizionali di scelta dell’abbigliamento in base ai fattori individuali della persona (orientamento politico, gusti musicali, stato d’animo o, perché no, attitudine alla provocazione) e non più alla semplificazione indotta dal surplus di prodotti a disposizione a prezzi stracciati. Una buona notizia anche per gli amanti delle t-shirt fai da te, che potranno tornare a vestire a testa alta le loro creazioni senza il rischio di attirare l’attenzione degli inquirenti.