il senso di qualcuno che so io per la neve

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Le cose dovrebbero essere come dovrebbero essere, a partire dagli inverni. L’inverno è quello delle illustrazioni dove ci sono intere civiltà barricate in casa con il camino acceso perché fuori si gela. Ve lo dice uno che viene da un posto in cui il riscaldamento lo usi un mese l’anno, un po’ perché c’è il clima mite e un po’ perché lì la gente ha la fama di avere il braccino corto. Chissà chi ha ragione. Ma chi viene al nord e spera finalmente di trovare il grande freddo ma non nel senso del film rimane a bocca asciutta, senza le labbra screpolate. Quando salgo in macchina, che oggettivamente è uno dei pochi posti in cui ci capita a colpo d’occhio un dato certo dei gradi che ci sono fuori, spero sempre di vedere un valore negativo perché è lì che un termometro in inverno al nord dovrebbe posizionarsi. Viaggio di notte, il punto estremo dell’escursione termica del clima padano che è più continentale di quello della Liguria, e prego che la temperatura scenda sotto lo zero e che nevichi perché è così che dovrebbe essere. Ma al massimo, anzi, al minimo ci sono cinque o sei gradi, c’è stato un paio d’anni fa un fenomeno record – ricordo un meno dieci – ma è durato poco e poi via con questo eterno autunno che proprio non mi va giù. Ho provato invece l’ebbrezza del freddo sulle Dolomiti e per la prima volta nella mia vita ho vissuto un meno quindici, almeno così diceva la macchina. Ecco, se mi chiedessero di trasferirmi per lavoro a Bolzano andrei di corsa. A Milano no perché fa caldo, senza contare che ci vivo già. Ieri mattina per dire ci siamo svegliati sommersi dalla nebbia e allora ero tutto contento e sono andato persino al lavoro con il loden blu per attenermi al più rigoroso situazionismo padano, ma poi alle nove sembrava di essere di nuovo in primavera. Io vorrei invece che venisse giù tanta di quella neve da bloccare tutto, come succede nei film girati nel nord degli Stati Uniti. La tempesta di ghiaccio. E pensare che la neve mi fa paura. Se sto guidando vado nel panico e mi fermerei subito a mettere le catene, se solo fossi capace. Una volta ho trascorso persino un weekend in montagna con Elisa, ci aveva prestato la seconda casa un’amica comune, ma siccome nella notte aveva nevicato ed ero con la macchina di mio papà sono andato in ansia e ho rovinato tutto. Mi sono comportato da ignorante, perché nelle località turistiche come quella appena scendono due fiocchi partono subito gli spazzaneve e gli spargisale e le strade le liberano subito. Colpa mia che faccio casino, riesco persino a confondere l’estate di San Martino – quella che è tornata proprio ieri – con i giorni della merla.