che tempi

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Di lĆ  due bimbe giocano inventandosi sceneggiature usando l’imperfetto. Facciamo che la giraffa era bellissima e la zebra e la cavalla svenivano dallo stupore. Ora si rincorrevano perchĆ© arrivava un cacciatore e loro scappavano perchĆ© conoscevano un rifugio segreto. Quando cresceranno, mancano solo pochi anni per essere considerate grandi a tutti gli effetti, adotteranno il presente e sarĆ  il tempo che utilizzeranno fino alla nausea. Una sequenza infinita di oggi, che non nego sia persino faticosa a tratti, salite interminabili per arrivare a sera, a volte per passare indenni la notte, ma molto piĆ¹ spesso da trascorrere a stringere gli occhi perchĆ© c’ĆØ addirittura troppa luce e a bearsi delle farfalle nello stomaco. Poi l’eccesso porta a saturazione e la tendenza si inverte, c’ĆØ spazio finalmente anche per il passato, prossimo e remoto, che si manifesta nei momenti piĆ¹ impensati, per esempio vestito da infermiera che fa capolino dalla porta del laboratorio di radiologia in cui tua zia sta per fare una panoramica dentale e tu sei lƬ che le fai da accompagnatore e ci mancherebbe, ha ottantanove anni. CosƬ resta il futuro, da produrre sotto forma di aneddoti che talvolta nascono cosƬ, da due bimbe che giocano di lĆ .