da due quarti, da un quarto, o anche meno

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Ho da poco finito di leggere un libro che si intitola “Il tempo è un bastardo” di Jennifer Egan, edizioni Minimum Fax, che è un buon libro e non lo dico solo io. Insomma, ha vinto un Premio Pulitzer per la letteratura, ha venduto 150 mila copie negli Stati Uniti e in effetti è godibilissimo perché fa parte di quella categoria di libri tutti uguali che sono solito leggere, romanzi che hanno alcune caratteristiche in comune a partire dal fatto che sono scritti da autori statunitensi e che sono pubblicati dalla Minimum Fax. Posso dire che questi due dettagli soddisfano un buon 80% dei miei criteri di scelta quando sto per finire una lettura e iniziarne un’altra, ma tenete conto che avendo a disposizione un efficace sistema bibliotecario posso anche prendere cantonate senza rimetterci i soldi dell’acquisto.

Ma, tornando al motivo per cui vi ho introdotto l’opera in questione, il libro comprende un intero capitolo nella sua seconda metà scritto sotto forma di slide Power Point, il che in prima istanza mi ha spaventato. Voglio dire, Power Point per chi opera nel terziario avanzato corrisponde a uno strumento di tortura, ci si può anche morire di slide, e li riconosci subito quelli che ne fanno un uso massiccio perché parlano a punti con le iniziali maiuscole di ogni parola e vanno e vengono utilizzando transizioni. Carina come metafora, eh? Continua a leggere