qual è il tuo colore preferito?

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Gente che ha dato vita al suo primo blog sotto forma di diario dei ricordi in quinta elementare ne conosciamo tutti, almeno noi nati prima del 1995 e della rivoluzione che, con una miscela tra i Social network e il nutrirsi di schifezze agli apericena, ci sta conducendo all’estinzione nel giro di un paio di generazioni. Sono uno di quelli, inutile che vi precipitate a guglare gli indizi che vi sto per fornire per capire in anticipo di chi sto parlando. Esistono infatti le cottarelle a dieci anni, non ditelo a me che ho una figlia proprio in quella fase della vita, senza contare che – e scusate il luogo comunissimo – i dieci anni di oggi corrispondono almeno ai tredici nostri.

Avevo chiesto di fotografare Raffaella a un suo compagno di classe perché certo non potevo farlo io, ma doveva farlo con la mia compattina, e così mi serviva un posto per occultare la foto. Avevo quindi preso un quaderno a righe in cui avevo messo a punto un ingegnoso nascondiglio tra le pagine, da lì mi era venuta l’idea della scrittura biografica ma volevo comunque insistere con la formula del testo alternato alle immagini, ero una personalità originale destinata al successo già allora. Poi però c’è stato il colpo di fulmine della testimonial del Baby Shampoo Johnson sul giornalino, credo un Topolino, che dopo un ritaglio da manuale – l’equivalente dello scontorno che oggi si fa con la bacchetta magica di Photoshop – avevo appiccicato sull’interno della copertina dedicandole la posizione d’onore. In pratica la testimonial del Baby Shampoo Johnson era subentrata a Raffaella, anche perché poi nel frattempo avevo subito alcune intimidazioni a mollare il colpo prima che qualcuno il colpo lo mollasse a me ma in faccia.

Comunque la testimonial del Baby Shampoo Johnson, che quindi risulta essere la seconda storia che ho avuto in ordine cronologico, era biondissima e aveva gli occhi azzurri e mi ricordava mia cugina Anna Grazia, anche lei bionda con gli occhi azzurri che quando si vestiva di azzurro tutti si proiettavano in una specie di mondo magico delle fiabe che nemmeno Flora, Fauna e Serena e la loro battaglia a colpi di bacchetta. Sarà per questo imprinting sentimentale che poi l’azzurro me lo sono portato dietro tutta la vita, compresa Azzurrina che era una bellezza al terzo anno di lettere con gli occhioni celesti su una pelle così bianca che si contavano le vene anche’esse azzurre fino alla combinazione paradossale per cui un mio conoscente che abita qui di fronte ha chiamato la sua quarta figlia proprio Azzurra. Che tripudio di toni patriottici. Dev’essere per questo che il mio colore preferito è il BLU NOTTE.