breve guida all’uso della trama di un film

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S. sposta un enorme tendone nero come quelli che confondono gli ingressi delle sale cinematografiche, la lascia passare per prima e la segue nel cortile della scuola, la stessa da cui sono scappati insieme. L’asfalto che ogni mattina calpestavano controvoglia sembra essere fresco, appena steso. S. e A.M. inevitabilmente si cercano con gli occhi per ricordare, perché ora è tutto diverso. Non è più mattina, non è più quel momento che pensano di vivere perché era un istante di moltissimi anni prima. Ed ecco che, improvvisa, scende la pioggia, ma subito le gocce si gonfiano e diventano fiocchi di neve. S. allarga le braccia, sa di essere in una storia inventata quindi gioca a fare l’attore protagonista mentre tutti lo guardano, dentro e fuori dalla scena. Respira forte l’aria gelida, gli esce lo stesso fumo che una volta aveva respirato dal suo alito, quello di A.M., che nel frattempo si accorge di avere freddo e vorrebbe andare via, andare al chiuso, c’è un bar aperto con i vetri appannati proprio lì. Ma poi capisce tutto, stringe con le mani i polsi di S. e si guardano nel loro lungo addio, consapevoli che non è possibile, è sicuramente il finale di qualcosa ma entrambi non si ricordano cosa. Una volta eravamo da te, ipotizza S., e a un tratto abbiamo avuto la stessa idea? O quando sdraiati in terra tu respiravi e io avevo la testa sul tuo ventre? Ma dài che è tardi, lo rimprovera come sempre A.M., guarda siamo già a ridosso dei titoli di coda, ho già pensato alla sigla, che ne dici di questa? Io intanto vado a scaldarmi là dentro, tu svegliati pure con calma.