alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 29.12.13

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Minima e moralia, “Il Rinascimento in salsa tonnata, da Eataly”: Esattamente come fa Mac Donald’s, che a Roma dipinge sulle pareti rovine classiche e in Toscana i cipressi, anche la catena di Oscar Farinetti adotta in ogni luogo una cifra ‘indigena’. Lo fa con lo stesso grado di fantasia (minima) e omologazione commerciale (massima). E, visto che Firenze vive da secoli alle spalle del mito usuratissimo del Rinascimento, a cosa altro si poteva pensare dovendo aprire giusto in faccia a Palazzo Medici di Via Larga? Tutto ovvio dunque? Forse sì, ma è il modo ad offendere.

SacherFire, “scremare l’ignoranza, per una vita più serena senza zodiaco né stamina”: Il discrimine sta nell’utilizzo di quel poco di cervello di cui disponiamo. Domandare invece di affermare. È un piccolo sforzo quotidiano quello che chiedo, nulla di più, eppure sembra sempre più evidente che molti rinuncino in partenza perché tanto è lo stesso, perché è più semplice dire di sapere già o rivolgersi a chi già sa, fosse l’astrologo di turno o lo spacciatore di cure oggi non possibili.

Alessandra Daniele, “Anus Horribilis”: L’essere riusciti a schiodare il culo flaccido di Berlusconi dal seggio senatoriale è uno dei pochi ricordi positivi che il 2013 lascerà nella nostra memoria. In tasca non ci ha lasciato niente, e la nuova stagione fiscale è appena cominciata.

Aciribiceci, “Malattia che si mischia”: Capisco di avere quarant’anni perché quando sono in macchina suono il clacson di meno e quasi non inveisco più.

Quasi a Occidente, “Proposta Virdis”: Gli anziani impiegati libereranno posti da fruitori di pensione, in maniera che gli under 30 possano trascorrere pigri pomeriggi al bar tracannando bianchini e giocando a briscola, affollare le tombole organizzate dalla circoscrizione, indossare le casacche arancio dell’AUSER per far attraversare la strada agli scolari, andare alle manifestazioni della CGIL. In questo modo le lunghe liste dei centri per l’impiego si alleggeriranno.

Federico Guglielmi, “Talking Heads”: Nel 1988, dopo essere uscito per la prima volta dal Mucchio e prima di dar vita a “Velvet”, avviai due nuove collaborazioni, con “Rockerilla” e “Ciao 2001”. Proprio per quest’ultimo scrissi una mezza retrospettiva sui Talking Heads: “mezza” perché dedicata solo alla seconda fase di attività della band newyorkese, fino a quel Naked che, a sorpresa, sarebbe stato il capitolo conclusivo dell’avventura. La ripropongo qui, accoppiandola a un’intervista di tre anni prima a Jerry Harrison che per forza di cose si collega al discorso.

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