la salsiccia al metro

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Il chiosco di Poldo se lo guardi da vicino è un furgone dalle volumetrie poco più ingombranti di un Apecar modificato – con le dovute licenze, è tutto regolare e ne ho le prove – per assolvere le funzioni di esercizio commerciale ambulante nel settore dello street food. Lo gestisce un mio conoscente che ha provato a laurearsi in architettura ma si è fermato agli esami più tosti di matematica, quelli in cui cadono tutti quelli che, se non cadessero, farebbero poi cadere i ponti autostradali, e così al posto del solito chiringuito che sono capaci cani e porci di renderlo redditizio si è cimentato in un settore molto chiacchierato.

Di sospetto c’è solo il brand che tira in ballo un personaggio dei fumetti di Braccio di Ferro, ve lo ricordate? Poldo Sbaffini – il cui nome originale inglese è J. Wellington Wimpy – va matto per i panini e il cibo tout court, per questo suppongo i traduttori abbiano optato per un nomen omen. Se girate l’Italia vi imbatterete spesso in molte insegne che richiamano film e cartoni animati in un modo che va ben oltre il tributo e la citazione in barba al copyright. Conoscevo l’autore di Calimero e la cosa – molto comune – lo faceva infuriare.

Comunque l’idea di business del chiosco di Poldo è piuttosto ingegnosa. Il gestore architetto mancato ha inventato una macchina con cui va ad approvvigionarsi nelle macellerie. Riesce a convincere i fornitori sul fatto che i suoi prodotti sono basati sull’idea di salsiccia al metro. Così il macellaio infila la salsiccia in un tubo e il paninivendolo gira una manovella che introduce la salsiccia nel macchinario e taglia la parte fuoriuscita all’altro capo del tubo quando sporge di un metro.

I macellai non sanno però che in realtà la macchina taglia la salsiccia in due punti: quella che vedono loro ma anche all’interno del tubo. Facendo così, altri 50 cm circa di salsiccia restano nel macchinario all’insaputa del fornitore. Con questo piccolo ma arguto raggiro il chiosco di Poldo può vendere fino a cinque panini con la salsiccia in più per metro di materia prima senza costi di partenza.

Con il suo furgone da street food il chiosco di Poldo fa la spola tra Liguria, basso Piemonte e bassa Lombardia. Il fatto è che sembra che la Milano-Sanremo, per problemi di mobilità, cambi percorso il prossimo anno. La classica di primavera costituisce una delle occasioni più remunerative per il venditore ambulante in quanto riesce a raggiungere più località attraversate dalla corsa ciclistica e, con un nuovo tragitto, la cosa potrebbe complicarsi e procurargli una perdita di profitti.

Leggevo questa notizia proprio ieri su un quotidiano locale ligure in cui il titolare del chiosco di Poldo è stato persino intervistato. Ero in visita da mia mamma che non vedevo da Natale (non sono un figlio degenere, semmai prendetevela con il coronavirus) e ho potuto approfondire la notizia perché mia mamma deve coricarsi dopo pranzo indipendentemente dal fatto che ci sia suo figlio in visita da Milano solo per qualche ora. A me non scoccia, figuratevi. Mica posso costringerla a rimanere in piedi se crolla dal sonno. Mi metto in cucina, apro il pc che viaggia sempre con me e scrivo qualcosa sul mio blog in attesa che si svegli.

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