da che guevara a madre teresa

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Di prima mattina mia mamma mi telefona sul cellulare pensando che io sia uno delle migliaia di partecipanti alla messa del Papa organizzata nel campo di volo di Bresso che, in effetti, è a pochissimi chilometri da casa mia e di cui sta seguendo la diretta tv. Ma questo non fa di me un presenzialista degli eventi pop, tantomeno un praticante. E io a spiegarle che no, che non siamo di quella parrocchia lì e, a dirla tutta, di nessuna parrocchia tantomeno sotto il ticket Ratzinger-Bertone. Così spero in un’indulgenza da parte sua, d’altronde il dialogo su questo argomento è impossibile da tempi meno sospetti e mi chiedo in base a quali indizi mia mamma ritenga cambiato il mio rapporto con la chiesa e la religione rispetto all’ultima volta in cui le chiesto l’utilità di seguire i programmi su Tele Padre Pio.

E oltre a questo, tutto intorno è un continuo scampanio che va a completare la già ampia copertura mediatica della giornata delle famiglie come le pensano loro, come a dare per scontato che la nostra società è così, prendere o lasciare, siamo noi che ci dobbiamo adattare. Cioè se siamo italiani siamo cattolici e dobbiamo considerare il Papa la nostra guida spirituale e temporale ed è una cosa di cui da sempre mi sfugge il nesso pur ricordando, ancora a quarant’anni di distanza, molte preghiere a memoria. Fuori c’è poca gente a causa del blocco del traffico, nel parcheggio che il mio comune ha riservato ai pellegrini – così dicevano i cartelli di divieto di sosta – stanziano un paio di camper provenienti dal sud e un pullman in cui l’artista si gode il fresco del parco limitrofo con le porte aperte. Ogni tanto un elicottero passa sopra, il ronzio interrompe il silenzio di una giornata che non ne vuole sapere di sembrare come tutte le altre. Ma la metafora definitiva me la fornisce l’oratorio lì a fianco, con gli adolescenti che si ritrovano sulle panchine a fumare sigarette, flirtare tra di loro e armeggiare con gli smartphone, in fondo non ci sono altri spazi pubblici da utilizzare.

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