Passano gli anni ma nella musica ci stiamo ancora perfettamente a nostro agio. Ci incuriosiscono le novità, ci commuovono le cose passate, ci fanno battere i piedi e le mani i ritmi più consoni alla nostra indole, ci completano le emozioni che altrimenti non riusciremmo a esprimere, ci sbloccano le parole che in nessun altro modo potremmo dire se non ricamate lungo una melodia, ci lasciano sfogare le distorsioni e gli sbotti d’ira degli strumenti più rumorosi, ci cullano i tappeti con i timbri più accomodanti, ci fanno correre più forte i quattro quarti ininterrotti e i tempi dispari ancora ci fanno perdere l’equilibrio, ci fanno girare in circolo i loop più inebrianti, ci fanno sorridere le coincidenze che ritroviamo nelle canzoni come proiezioni delle nostre vite, ci inducono a gridare in coro con centinaia di persone all’unisono quelli che calpestano i nostri diritti, ci destano dal sonno le stazioni della radiosveglia, ci fanno addormentare le ninna nanne delle nostre madri, ci fanno scegliere una canzone di inizio e una da mettere alla fine le nostre riflessioni sulla vita che nasce e che si spegne ma che scorre uniforme come un fiume in un letto che è la nostra musica preferita, il canale destro dello stereo da una parte e quello sinistro dall’altra e nulla tracima, nulla esonda, sotto c’è un amplificatore e una manopola del volume che più è alto e più guardi su e ti perdi perché non è una questione di età, perché passano gli anni ma nella musica ci stiamo ancora perfettamente a nostro agio.
che bella la musica luogo.