dieci cose che non deludono mai

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Le aspettative sono quanto di peggio possa esistere per l’uomo e, se un giorno ci estingueremo, sono convinto che sarà a causa degli artigli di queste creature mitologiche che dilanieranno il nostro ego cibandosi di tutte le idee che ci siamo fatti su cose e persone (soprattutto persone). Se non è ancora stata istituita una giornata mondiale delle vane speranze possiamo decidere che, d’ora in poi, ogni 23 agosto ognuno di noi si asterrà dal lavoro – oppure si impegnerà in qualche modo a santificare la festa, nel caso cada di domenica – e si recherà al suo bar di riferimento per confidare al suo barista di riferimento, previa adeguata somministrazione di alcolici, le cose che non deludono mai a differenza di quello che ci ha appena delusi, ripetendo un cliché del cinema americano.

Per il momento io ho pensato a queste dieci, in ordine sparso:

– la focaccia della panetteria di fronte a casa di mia mamma a Savona
– dieci km di corsa fatti bene la mattina presto
– qualche giorno di vacanza a Berlino
– un nuovo disco degli Interpol (che, guarda un po’, esce proprio domani. Si intitola “Marauder” e l’ho già ordinato su vinile. Naturalmente ho già sentito l’anteprima – non vi dico dove – e presto pubblicherò la mia recensione)
– il mio impianto stereo (anche se devo ammettere che il piatto Pioneer ha un terribile difetto)
– il mio amico Fulvio
– la birra alla spina
– la letteratura americana contemporanea
– le cose che scrivo (rigorosamente dopo la letteratura americana)
– stare in casa

Per il resto, come ben sapete, bisogna imparare a non fidarsi delle proprie sensazioni (il sesto senso è una truffa ancora più meschina e più grande di quella del rock’n’roll) e, soprattutto, ad accontentarsi. E poi, magari, si gode anche.

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