the waiting room – S1E1

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In un presente distopico che non ha nulla da invidiare a un futuro ucronico ci troviamo nella città di Watts, Massachusetts, nella quale, durante il Covid, sono triplicati i casi di specchietti retrovisori per automobili in cui ciò che si vede durante la guida non corrisponde affatto alla verità. Il rischio è evidente: abbandonando un parcheggio non è detto che quando sembra via libera si possa davvero occupare la corsia o la carreggiata di marcia. Una formazione di terroristi informatici russi al soldo dell’ormai dilagante asse ispirato ai movimenti nazionalisti europei ha hackerato il sistema di controllo elettronico delle automobili più vendute in occidente, lo stesso che, nei casi più estremi e sofisticati, consente la guida automatica del veicolo senza pilota. Lo scenario che ne risulta è a dir poco apocalittico. Un virus consente infatti di proiettare negli specchietti il risultato della ripresa della stessa porzione di spazio di qualche ora dopo il passaggio dell’autovettura, con l’aggiunta di inserti di realtà aumentata. La sicurezza dei cittadini è in pericolo, per non parlare dell’economia mondiale. Ted Crowner, programmatore informatico in una multinazionale del settore delle assicurazioni, si sta aggiornando sulla trama di questa nuova serie in attesa del suo turno dall’ortopedico dando un’occhiata alla pagina culturale di una rivista di gossip che comprende, come tutte, una rubrica dedicata ai programmi tv della settimana ricca di anticipazioni. Da nessuna parte c’è scritto però che il dottore presso il quale ha prenotato una visita è uno dei più richiesti a causa della sua straordinaria somiglianza con David Bowie anche se è evidente che, nel caso questo plot twist riesca a diventare il momento topico della nuova stagione della serie sugli specchietti retrovisori grazie a un post di uno dei più letti blogger italiani di trame inventate, sarà difficile individuare un attore all’altezza, almeno così si legge sulla rivista. Ted si trova lì per un problema ai piedi da risolvere e il dottor Bowie, chiamiamolo così, sta attraversando la fase della sua vita che lo farà diventare il luminare che conosciamo tutti. Il suo specchietto funziona bene, al momento, e si è appena iscritto al corso di specializzazione a Berlino, quello grazie al quale pubblicherà i tre saggi più importanti della sua carriera. Ora ha i capelli rosso mogano e sta lavorando alla sua tesi che, purtroppo per Ted, non riguarda le malformazioni degli arti inferiori tantomeno un sistema di protezione informatica per le automobili. Non c’è dubbio che il dottor Bowie ha qualcosa a che fare con la serie e che Ted, in qualche modo, ne sarà il protagonista. Il nostro eroe in potenza si appresta a saperne di più ma è arrivato il suo turno ed è un peccato perché, per come è iniziata, chissà cosa può succedere dopo.

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