farsi le canne

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Erba e fumo sono da sempre al centro del dibattito politico, sociale, culturale e, come sta accadendo di questi tempi, anche della cronaca. La letteratura a proposito è infinita, i pareri numerosi almeno quanto la popolazione mondiale, il dibattito sempre acceso e variopinto grazie agli innumerevoli approcci alla materia che l’umanità ostenta. In questi giorni come saprete è bene astenersi dalle discussioni online, e ve lo dice uno che si astiene da sempre a dire la propria sui socialcosi, non ho mai creduto nella discussione tra persone come un canale di confronto, tanto meno di persuasione altrui, tanto meno in differita su Facebook e sotto gli occhi di tutti quando poi tutti intervengono e l’Internet esplode. Che perdita di tempo.

Comunque, per farla breve, è il 2017 e siamo ancora qui a parlare delle canne, dei ragazzi che si fanno le canne, del fatto che esista una categoria merceologica denominata droghe leggere a cui, appunto, le canne sono ricondotte. L’argomento è spinoso (anzi, spinelloso) perché da una parte alcuni ingredienti con cui si confezionano le canne sono fuorilegge, dall’altra la giovinezza induce i suoi appartenenti (e anche numerosi seguaci fuori quota) a sperimentare sempre nuovi modi per divertirsi. E di divertimenti ce ne sono a iosa, da quelli che comunemente si ritengono salutari o intelligenti (lo sport, lo scoutismo, i libri, la vita sociale, la musica classica) a quelli che da sempre sono all’indice per il potenziale distruttivo a danno del fisico e della mente (la droga, l’alcool, i videogiochi, Internet, la musica rock). Ho fatto solo i primi esempi che mi vengono in mente, lo so che ce ne sono altri e che questi altri sono miliardi e scusate già che ci siamo anche i toni semplificatori. Il problema consiste quindi nella tendenza che hanno i giovani (e perdonatemi voi giovani se spiego i giovani a voi giovani) a esagerare. S’innamorano ed esagerano, hanno un ideale ed esagerano, anelano a essere diversi dagli altri ed esagerano, vogliono omologarsi nei pari ed esagerano. Figuriamoci quindi se desistono dall’esagerare con le cose che danno soddisfazione, quelle che comunemente si ritengono salutari o intelligenti e anche quelle che da sempre sono all’indice per il potenziale distruttivo a danno del fisico e della mente.

Detto ciò, non voglio entrare nel merito del problema della droga, delle droghe che ci sono in circolazione, della facilità con cui i ragazzi riescono a procurarsele perché questa sì che è una questione seria e che i cialtroni come me è meglio che lascino a chi se ne intende. Il problema della droga è che l’erba è considerata una droga, che si ritiene che l’erba dia dipendenza, che l’erba bruci il cervello e riduca le persone a degli zombie e che, in tutto questo, non è legale coltivarla, usarla per sé per non parlare della sua commercializzazione. Probabilmente fumare di continuo comporta conseguenze di questo genere, come le altre attività che sono all’indice per il potenziale distruttivo a danno del fisico e della mente (l’alcool, i videogiochi, Internet, la musica rock). Provate a bere di continuo, a stare 48 ore di fila a giocare ai videogame, a stare incollati su un dispositivo digitale senza interruzione per giorni o a suonare con un gruppo di metallari a tutto volume e a farlo giorno e notte, di continuo. Vi sfido a rientrare in voi come eravate prima dell’esperienza. Il guaio è che solo un ragazzo su mille (una casistica puramente inventata a puro scopo narrativo, vi prego di non annoverarmi nelle vostre blacklist di fake news) non sente il bisogno di abbandonarsi agli eccessi propri della sua età e il nostro dovere di adulti è di impegnarci a far sì che il nostro ragazzo sia quello che si distingue dagli altri novecentonovantanove.

Ora io non so se voi che mi leggete vi siate mai fatti una canna. Io ho provato la prima volta in prima superiore e l’ultima volta se non ricordo male la settimana scorsa, sempre con moderazione. Sono e sono sempre stato uno di quelli che se c’è da fumare è contento e se non c’è da fumare amen, ci sono sempre stati i giorni in cui avevo voglia e gli altri in cui ho detto no grazie, non amo trafficare con queste cose perché se la legge dice che è sbagliato io mi fido della legge. Ma se vi siete fatti almeno una canna in vita vostra e sapete l’effetto che dà, mi domando per quale motivo, al netto di tutto quello che farsi le canne significhi da un punto di vista politico, sociale e culturale, nel 2017 siamo ancora qui a parlare delle canne, dei ragazzi che si fanno le canne, del fatto che esista una categoria merceologica denominata droghe leggere a cui, appunto, le canne sono ricondotte.