fai schifo

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Sapevamo tutti che sarebbe finita così. Da qualche mese, ormai, gli spot in cui le aziende ti prendono in giro sia in tv che sul web e ti ricordano difetti e debolezze hanno ormai preso il sopravvento sulla pubblicità tradizionale. Il marketing oggi ha una possibilità di definizione talmente personalizzata che è facile prendere i dati sulle tue nevrosi raccolti online e sfruttarli per fini commerciali. Hai la pancia gonfia. Hai l’alluce valgo. Sei miope. Hai gusti di merda. Hai la gobba e l’alito costantemente pesante. Sudi come un maiale. Non ti vengono mai prontamente i complementi oggetto quando formuli le frasi. Trovi la risposta giusta solo il giorno successivo a quello in cui ti è stata posta la domanda e, conseguentemente, la risposta giusta oramai non serve più o comunque fa fede la prima. Hai pessime prestazioni sessuali. Ti si staccano brandelli di pelle dal cuoio capelluto. Hai pochi capelli e in punti in cui non servono più a nulla. Sei vecchio e ormai il mondo appartiene ad altri. Le cose su cui hai lavorato, quelle che hai prodotto, quelle per le quali sei quasi morto dallo stress ora non si trovano nemmeno più negli scantinati dei magazzini di roba usata. Non hai futuro ma questa volta non ci sono i Sex Pistols a dirlo per te. La pubblicità, grazie a quello che abbiamo scritto online alla mercé di tutti e dopo aver consumato fino all’osso tutti i canali, è diventata così sottilmente intelligente da comprendere che l’unico modo per vendere è passare all’insulto chi non può permettersi i suoi prodotti per far sentire i propri clienti parte di un élite di salvati da una catastrofe consumistica. Non so voi, ma io sono bombardato da provocazioni quotidianamente e attenzione perché sono uno piuttosto fortunato che di difetti ne ha molto pochi. Scarpe da corsa dalla tecnologia sofisticatissima pensate per chi corre la mezza maratona con tempi da olimpiadi presentate con slogan offensivi e nominali. Guarda!, c’è scritto. Guarda, queste scarpe non sono fatte per pippe buoni a nulla come te. A un amico diabetico passano a sopresa spot di cibi che grondano di zuccheri persino oltre il monitor e il brutto è che non puoi nemmeno cambiare canale. Dovresti formattare tutto, disiscriverti da ogni dove e ricominciare da zero facendo finta di essere qualcun altro o anche solo come ti piacerebbe essere. Inutile dire che non saremmo qui a parlarne se l’economia, grazie all’hate-marketing, non fosse schizzata in crescita come non accadeva da decenni. Non sorprendetevi più di tanto. Siamo gente cattiva, solo l’odio ci salverà dall’estinzione.