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E pensate che ci sono ancora quelli con la visione romantica di certi lavori che entri in ufficio e, come prima cosa che fai seduto alla tua scrivania nella tua stanza in cui stai da solo – no open space, no loculi impersonali, no postazioni con virtual desktop in cui ti siedi ogni giorno dove vuoi, no colleghi che sbraitano con i fornitori al telefono o precari analfabeti che gli metteresti un bel saldatore in mano – dicevo come prima cosa spieghi (nel senso di aprire completamente, distendere qualcosa che era ripiegato) il quotidiano sulla scrivania che qualcuno sotto di te nell’organigramma ti ha preparato fresco di stampa e il tuo compito è proprio quello. Leggere il quotidiano da cima a fondo. Attenzione, perché è importante che mi seguiate nel ragionamento. Mica mi sto riferendo a quelle mansioni di raccogliere la rassegna stampa e cioè di scartabellare distrattamente tra decine e decine di riviste finché qualcosa di famigliare non ti salta agli occhi. No. Intendo proprio un mestiere per il quale è fondamentale essere aggiornati e informati su quello che succede nel mondo, e se sei pagato per quello è fondamentale leggere le notizie ogni santo giorno. Oggi si tratta di una consegna resa ancora più anacronistica dalla rete, perché siamo già al passo con quello che accade intorno ancor prima di varcare la soglia del nostro posto di lavoro, con le news che ci arrivano in tempo reale grazie alle app del nostro sito di informazione preferito. Ciò non toglie che scorrere editoriali, fondi e approfondimenti così, alla faccia di quello che potrebbero scriverci sotto i commentatori del web, avere l’opinione di professionisti che sanno scrivere senza doversi subire la gente comune che pensa di dover dire sempre e comunque la propria, non sarebbe niente male. Comunque quella di leggere il quotidiano come prima cosa è una pratica che l’ho vista dal vivo fare solo una volta. L’amministratore delegato di un’azienda del settore delle telecomunicazioni altoatesina, alle 8.30 del mattino, ha trascorso in questo modo una buona mezz’ora in attesa che lo riprendessi in un’intervista. Aveva la copia del giorno di una delle principali testate nazionali e ne ha letta con attenzione una buona parte prima che cominciassimo, sorseggiando una tazza di tè, con il pc spento e il telefono appena percepibile. Farei così anch’io. Leggere i miei giornalisti preferiti come fase propiziatoria per il mio lavoro, un’ora dell’orario di ufficio dedicata all’attualità, senza i barbarismi dell’Internet. Già, roba che nemmeno in un episodio di Mad Men.