lost in internet

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Uno dei feedback negativi che ti restituisce il web è la perdita di tempo quando, anche se sei sgamatissimo nel fare le ricerche e filtrare a naso i risultati, non trovi il dato a cui stavi dando la caccia, finisci in una pagina che ti rimanda a un’altra pagina dove trovi il link a un’altra pagina. Quel meccanismo tra la matrioska e il labirinto che poi alla fine spegni tutto e te ne fotti, tanto come al solito era poco importante e la risposta che cercavi più o meno la conoscevi già. Ma il peggio che ti può capitare è leggere o assistere a roba inutile, questa che hai davanti tu ora in primis qui per esempio, quando potresti invece perderti tra le pagine di un romanzo avvincente, trascorrere ore con i tuoi simili dal vero, fare l’amore, fare altro insomma.

Ma un conto è l’informazione o la presunta tale. È l’Internet intesa come entertainment a essere ancora in fase sperimentale, e si sa che la sperimentazione può dare frutti fighissimi – ora così sui due piedi non mi viene in mente neanche un esempio ma sono sicuro che qualcosa ha funzionato da qualche parte in qualche epoca storica – o generare ciofeche, magari cose curatissime e in bella copia, purtroppo nel complesso inutili. Io sono fortunato da questo punto di vista: leggo il titolo e le evito. Di norma è infatti il titolo che rende appealing un contenuto o stimola la curiosità, io poi lo sapete sui titoli ho questa deformazione professionale tanto che a volte me ne viene in mente uno che mi piace e scrivo due righe di conseguenza, o lo salvo nelle bozze come faccio in agenzia, che magari prima o poi un modo per utilizzarlo per una campagna pubblicitaria lo si trova. E non credete a quelli che vi dicono che i titoli che anticipano i contenuti sono più facilmente indicizzabili dai motori di ricerca, sì è vero ma vuoi mettere il gusto di giocare con le parole rispetto a qualche clic in più? La vita non è sempre un supermercato, diamine e il termine stesso “accattivante”, il paradigma del contenuto online, mette i brividi, sa di subdolo, di evasore fiscale, non trovate?

Lo zapping sul web è tale e quale allo zapping sulla tv di una volta, cazzeggiare premendo tasti o cliccando a caso genera lo stesso noioso risultato perché se non sai cosa vuoi leggere o vedere o ascoltare alla fine ti annoi. Vai su Youtube, per esempio, trovi la thumbnail in home page di una produzione di cui ti ricordi di avere letto qualcosa su qualche blog di quelli più seguiti di questo. Così prima di fare la ricerca per la quale ti eri portato lì, clicchi, aspetti che l’ultimo episodio pubblicato di Lost in Google parta, e nemmeno una manciata di secondi di dialoghi, di grafica, di facce e di contenuto capisci già tutto e immediatamente sei già passato ad altro. I dieci minuti e ventitrè secondi risparmiati così li sfrutti per annotarti qualche considerazione tipo questa, o per accarezzare uno dei tuoi due gatti, che come ogni sabato mattina aspettano che ti metti a fare colazione per saltarti addosso, mentre cerchi contenuti interessanti sui siti che sai non ti faranno perdere tempo, perché i tuoi gusti li conosci alla perfezione, dopo tutti questi anni.