come il vibrar di una molla

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Mi vien la tremarella su questo pavimento sopraelevato, più noto come pavimento flottante, che a ogni due per tre sussulta e ondeggia come se non ci fosse un domani, causa terremoto. E non ho ancora capito se la cosa dipenda dal fatto che il nostro nuovo ufficio, che a tutti gli effetti è una figata, si trovi sopra il percorso del passante ferroviario che è anch’esso una cosa a cui non rinuncerei mai nemmeno a costo della tremarella sul pavimento sopraelevato, perché lo prendo da casa e sono a venticinque minuti dal nostro nuovo ufficio che è una figata. Oppure dipenda dal tram che passa qui sotto, un mezzo che a chi come me non c’è abituato trasmette un senso di promiscuità, dovuto alla mescolanza di trasporti su strada e trasporti su rotaie che chi va in auto non capisce mai da che parte ci si debba posizionare o come ci si debba comportare agli incroci e con la precedenza. Ma c’è anche il fattore automezzi pesanti, siamo su una arteria urbana di quelle con i controviali, quindi capita il transito di camion e, soprattutto, molti autobus. Mi chiedo se chi abita qui, anziché come me trascorre solo otto ore al giorno, conviva con questo costante movimento ambientale di intensità varia, da lievemente percettibile a oddio che sta succedendo con altrettanta consapevolezza. I primi giorni ci guardavamo proprio con questo senso di incredulità, ora, a un paio di settimane, il tremore fa già parte della routine e della conquista del controllo sul territorio, come il bar tavola calda dove costa meno e si mangia in modo accettabile. Il kebabbaro che è superlativo ma non puoi mangiare quella roba lì tutti i giorni. L’immancabile pizzaiolo cinese e il suo napoletano improbabile. La portinaia scontrosa. Il percorso per fare prima e non perdere il treno del ritorno. Ma questa cosa di considerare normale un palazzo che si muove e non siamo in un lungometraggio di Miyazaki, attenzione a non farci più caso. Perché poi, come l’anno scorso, magari ti capita una scossa tellurica vera e non te ne curi, tanto è il treno per Lodi delle sei e mezza e invece è il giorno della fine del mondo.