alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 06.01.13

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Potato Pie Bad Business, “Weekend con il morto – Rudolf Chametovič Nureyev“: Verrebbe da dire papà ma anche padrino, nonno, figlio adottivo, maestro, guru, discendente, e potremmo rendere questo elenco infinito. Si, perché nessun personaggio nella storia della danza classica ha avuto lo stesso peso, immagine, stile, carattere, storia, talento, passione di Nureyev. Portamento splendido, corpo statuario e splendidamente omosessuale.

Guido Rossi, “Se la politica si riduce ad Agende e proclami“: È forse allora finalmente tempo che chi ne ha l’autorità spieghi che lo Stato non è un’azienda, che la politica non è una branca dell’economia aziendale, che la meritocrazia, i cui criteri sono sempre più discutibili, porta all’oligarchia di élite, che promuovono gigantesche inuguaglianze e difettano per loro natura di cultura democratica. Non è quindi un caso che nell’agenda Monti il benessere dei cittadini e l’economia sociale di mercato, finora soffocati dalla politica dell’austerità e del rigore, tanto impietosa quanto discutibile, non siano previsti ed attuati attraverso provvedimenti a tutela dei fondamentali diritti (lavoro, istruzione, salute), nei quali si realizza la democrazia costituzionale.

Beppe Severgnini, “Elogio morale della precisione”: Alla precisione — e all’imprecisione — ci si abitua da giovani: non è mai troppo presto per imboccare il sentiero della faciloneria. L’inesattezza è una compagna gentile, che ci sussurra di non fare sforzi. Cercare, preparare, disporre, controllare, ricordare, mantenere le promesse costa fatica. Eppure l’umanità si divide tra quelli che fanno (bene) ciò che dicono; e gli altri, che annunciano inutilmente e promettono invano.

Dario Ronzoni, “Ruth Handler, la visionaria che con la Barbie portò il consumismo alle bambine”: Ci vollero mesi perché, anche grazie a un viaggio in Germania, dove videro in un negozio una bambola giocattolo per adulti (era la Bild Lilli, una figura voluttuosa non pensata per i bambini), le cose cambiarono. Su modello della bambola tedesca, Ruth elaborò una figura nuova. Aveva proporzioni esagerate, e irreali. Ma sopratutto, aveva il seno e altre caratteristiche sensuali che fino ad allora erano impensabili. In più, era disegnata per stare sui tacchi. Era il 1959, e nasceva la Barbie, la bambola più famosa del mondo, e della storia.

Canzone del giorno

Magic Magic Roses: New Love

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