lo scoto da pagare

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La carta geografica del Regno Unito si vedeva quasi ogni sera alle spalle del presentatore del tiggì negli anni dell’Ira, e io che ero bambino e molto piccolo ero convinto che non si trattasse della mappa di un paese sovrano ma che fosse la silhouette di un cane. Probabilmente in età prescolare non si capisce nemmeno che cosa sia un telegiornale, o perché una tv portatile in bianco e nero debba rimanere accesa mentre una famiglia consuma l’ultimo pasto della giornata. Di certo perché un tg nazionale dovesse a ogni edizione parlare di un cane e mostrarne un’immagine così poco dettagliata in posizione seduta, come in attesa di un comando del padrone o della cena, con la coda che si propaga sin oltre il Mare d’Irlanda, rimaneva ancora più un mistero, quasi più indecifrabile della fototessera di Mario Tuti, delle riprese ravvicinate dei terroristi e dei delinquenti comuni alla mercé delle interviste a caldo dai giornalisti.

Poi è successo che a un bel momento un po’ di gente, un bel po’ di gente, ha insistito affinché si decidesse che quel cane perdesse la testa, anzi, che qualcuno a quel cane la testa gliela tagliasse. Non stiamo a tirare in ballo la testa e le membra della celebre favoletta di Menenio Agrippa perché quell’apologia non c’entra se non nel significato che l’unione fa la forza, è l’Union Jack di forza ne ha davvero tanta.

Così ho provato a immaginare quel cane che tanto mi incuriosiva da bambino decapitato e proprio non ce lo vedevo. Sebbene il cervello inglese, inteso come centro direzionale, probabilmente risiede da qualche altra parte, a me l’autedeterminazione e le secessioni proprio non piacciono. Non sono un tradizionalista, anzi. Ed è pur vero che in certi casi, anche nella vita, una separazione dia nuova linfa ai soggetti che ne sono gli artefici. Ma insomma, ci sono così tante complessità al mondo che il legame con il territorio e tutte quelle cose lì che da noi le fa la lega a me fanno compassione, per non dire che mi fanno ridere.

Crescendo ho iniziato inoltre ad associare quel cane che si vede nella silhouette della cartina del Regno Unito con il Border Collie, che è il mio modello di cane preferito e che, guarda il caso, viene proprio da lì. Il Border Collie, lo saprete meglio di me che in casa ho due gatti, è un cane da pastore, di quelli che hanno l’istinto innato di radunare, mettere insieme, non lasciar allontanare gli individui dal gruppo. Insomma, avete capito che quella del cane, oltre ad essere una visione romantica delle cose, è una sorta di cerchio che si chiude.

Per fortuna, almeno così penso io, per fortuna i no hanno vinto, la Scozia rimarrà insieme al resto del Regno Unito e il cane non perderà la testa perché la testa da sola, separata dal resto, se mi avete seguito nel ragionamento, un po’ di impressione la fa.

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3 pensieri su “lo scoto da pagare

  1. oh insomma faceva impressione anche a me questa separazione tra vecchi coniugi. mi sembrava di vedere nel gibson armato di randello a reclamare la testa del border collie!

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