condividi se anche tu sei sconcertato

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È salito a tre il numero dei concerti a cui quest’estate non parteciperò, o meglio quelli a cui parteciperei se non avessi deciso che per un po’ ai concerti non ci voglio più andare e vi assicuro che è una decisione che ho preso prima del Bataclan e di Manchester. Si tratta dei concerti degli Interpol al Carroponte di Sesto San Giovanni, dei Foals al Magnolia e degli Algiers alla Santeria. Non è un problema di età che mi è venuto superati i cinquanta e non è nemmeno un problema di soldi anche se, come abbiamo avuto modo più volte di discuterne, gli spettacoli live sono tutt’altro che convenienti. Qualcuno a cui ho confidato questa scelta mi ha fatto capire tra le righe che la musica di questi tre gruppi è comunque perdibilissima altrimenti, conoscendo me, avrei fatto di tutto per assicurarmi un biglietto, ma onestamente posso confermare che non è vero. In giro ci sono anche The Cure e i Depeche Mode, per dire, a cui oggettivamente sono più affezionato che agli altri, e anche se i biglietti per gli eventi in questione sono ai limiti della follia e malgrado ciò vanno più a ruba di tutti, sappiate che non ho mosso un dito per arrivare prima degli altri al clic decisivo all’acquisto.

Non ho più voglia di concerti, di musica dal vivo, di calca, di decibel sparati a manetta, di spettatori davanti che passano il tempo a fare foto e video, di spettatori dietro che passano il tempo a parlare, di spettatori di lato che ballano fuori tempo, di spettatori all’altro lato che – beati loro – passano il tempo a limonare. Non ho voglia di sudare, di scalpitare da seduto per la voglia di andare sotto il palco con la paura di perdere il posto, di penare in piedi perché non ci sono posti a sedere e voglio fare una pausa, di sentire quelli che cantano ma si inventano le parole, di non poter cantare le canzoni che non conosco per lo stesso motivo e di invidiare quelli che le sanno. Ma non ho nemmeno più voglia di non poter andare ore prima a godermi l’atmosfera pre-concerto perché non posso uscire prima dall’ufficio e di andare in ufficio in coma il giorno dopo per esser tornato tardi ma tutto questo, forse, mi costringe ad ammettere che, a differenza di quanto ho sostenuto prima, è un problema di età che mi è venuto superati i cinquanta. La società mi vorrebbe seduto nei teatri con il farfallino ad annuire durante i passaggi più emozionanti di qualche opera classica o, al massimo, in uno di quei club di jazz mainstream a battere il piede sinistro sul due e sul quattro di qualche standard eseguito da una vecchia cariatide (come me) al sax. Così, alla fine, non potendo e non volendo fare nulla di tutto questo me ne sto volentieri a casa a fare i bilanci sui pro e sui contro e, al limite, a scriverli qui. Anzi, mandatemi qualche selfie, se ci andate.

4 pensieri su “condividi se anche tu sei sconcertato

  1. Io andrei volentieri nei jazz club di cui sopra ma stranamente non trovo nessuno che voglia seguirmi, moglie compresa (soprattutto).

    Per il resto condivido tutto, nonostante i gusti diversi (tra me e plus, non tra me e mia moglie).

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