la vita da quassù

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Fare cose invece è un bel modo di passare il tempo prima di lasciare il nostro posto nel mondo a qualcun altro. Fare cose permette di svangare il presente da certe brutte abitudini che portano a riflessioni impietose su temi che più o meno parzialmente ci imbarbariscono, uno su tutti il momento in cui lasceremo il nostro posto nel mondo a qualcun altro. Scrivere è una via di mezzo, nel senso che sì, è vero, si fa una cosa, ma quella cosa talvolta è possibile solo se si dà dignità letteraria alle riflessioni di cui sopra, quindi il mio consiglio è di lasciarla come ultima spiaggia.

Inutile elencare qui le cose che si possono fare. Ce ne sono tante e c’è tanta di quella gente che le pratica che, a furia di vederli o di sentirli raccontare le cose che fanno, non se ne può più. Ma anche se vi riempite la giornata di cose da fare ci sono quei brevi spazi tra una cosa e quella successiva in cui, come le più orribili e antiestetiche fughe tra una piastrella e l’altra, ci finiscono le briciole delle riflessioni di cui sopra. In quei momenti e in quei luoghi in cui vi trovate tra una piastrella e l’altra, assicuratevi di avere un compagno di fuga, no scherzo, intendevo un compagno di viaggio con cui scambiare due chiacchiere, anche questo ce lo siamo raccontati tante volte. E forse la gente è cosi impegnata al telefono perché si trova spesso in questi frangenti e voi avete la sfiga di trovarvela davanti mentre leggete un buon libro, pratica che invece rientra nella macro-categoria di fare delle cose.

Di recente però mi sono chiesto se, di tutte queste cose che facciamo, qualcuno se ne accorge che le facciamo e mi sono posto il dubbio anche se abbia senso pensare che qualcuno se ne debba accorgere. Perché se svanghiamo il presente facendo cose poi verrà un futuro in cui nessuno saprà che le abbiamo fatte ma non certo per una questione di essere ricordati dai posteri, ci mancherebbe. Le cose le dobbiamo fare per noi e le emozioni che ricaviamo è bene tenersele dentro e, ogni tanto, pensarci, perché – come immagino saprete – le emozioni finiranno con voi. La nostra vita è ricca di emozioni ma poi, lasciato il nostro posto nel mondo a qualcun altro, non esisteranno più tanto quanto non esisteremo più noi.

Il mio amico Davide, che considero un punto di riferimento sin dai tempi del liceo, mi ha fatto conoscere una poesia che in parte esprime bene quello che avrei voluto raccontare qui. Si tratta di una poesia che, prima di leggerla sul blog di Paolo Nori tramite il blog del mio amico Davide mica la conoscevo, come non conoscevo neppure l’autore, Nino Pedretti. Parla di una terrazza che dà probabilmente su un gustoso panorama e parla della gente, noi compresi, che su questa terrazza ci avvicendiamo.

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