Siamo in tre, tutti ampiamente millennials ma non nascondiamo affatto la nostra passione per certi passatempi così agli antipodi del virtuale da essere dannosi, più o meno gli stessi che avevano i nostri genitori, come spartirci un pacchetto intero in un giorno di quelle sigarette che dicono essere parzialmente oppiate. Le comprava Pietro al distributore automatico prima che introducessero il vincolo della carta regionale dei servizi per consentire l’acquisto solo agli utenti maggiorenni. Da allora ci avvaliamo di uno dei soliti venditori da strada. Abbiamo poi altri gusti che ci accomunano. Per esempio, tutti e tre a Giovanna, che via mail dà risposte dalle quali con il suo italiano approssimativo sembra poco più che un chatbot, preferiamo Silvia, che è una di quelle a cui resta il sorriso stampato sulla bocca per molti metri dopo da quando la saluti, tanto che ne beneficiano anche quelli che la incontrano dopo per un bel pezzo. Avete capito cosa intendo ed è successo anche a me. Leggevo una cosa su Whatsapp che ha accresciuto il mio ego almeno di una spanna e mi si è illuminata la faccia proprio mentre sollevavo lo sguardo su quello di Roberta che deve aver pensato che fossi contento di vederla e, di conseguenza, un po’ preso di lei. Vi dirò poi come va a finire. Non vi ho ancora presentato invece il terzo del nostro terzetto, ultimo non certo per demerito ma solo per scopo narrativo, in quanto come state per vedere mi permetterà di chiudere il post come piace a me. Salvatore che è il più ambito di noi scrive certe cose inventate a cui si ispira seguendo alcuni autori principianti che hanno almeno quarant’anni più di lui. Non so se avete apprezzato quella storia di Carlotta che quando si stendeva sulla schiena al sole in costume aveva le ossa delle anche così sporgenti che si sollevavano di un paio di centimetri abbondanti i lembi del pezzo di sotto e si vedevano certi colori assolutamente in tinta con i capelli. Ha saltato scuola un paio di volte con lei e credo che un giorno si sposeranno, entrambi con la laurea in Ingegneria. Speriamo che questa cosa qui che ho scritto, come tutta l’Internet, duri a sufficienza per far loro ricordare queste bellezze della gioventù.