ladro di libri

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Giuliano ha un’amica che quando deve rivelarti un segreto si mette a parlare talmente sottovoce che muove solo la bocca senza emettere alcun suono, senza rendersi conto che così Giuliano non capisce nulla e deve farsi ripetere tutto. Il segreto non è che Roberto C. (e non sono io, perché il mio cognome comincia per B.) è diventato il caso letterario dell’anno perché il suo romanzo di esordio sta vendendo di brutto, perché questo è un dato di fatto. Il segreto semmai è che sembra che il libro che sta decretando la fortuna dello scrittore Roberto C., lo scrittore Roberto C. lo abbia trovato in un portatile rubato. Gli è bastato dare qualche sistematina qua e là, cosa di cui peraltro non si è occupato nemmeno in prima persona ma che ha fatto il suo editor, ma il libro era pressoché pronto così.

Ora i casi sono due. O il vero autore è all’oscuro del successo del promettente autore di noir Roberto C. e non sa che, sfogliando le pagine del suo primo libro, può trovarsi di fronte a una sorpresa. Avrà pure una copia, da qualche parte, oltre a quella salvata sul pc rubato. Un back-up su una chiavetta. Un salvataggio su Google Drive. Qualcosa che accerti che il caso letterario dell’anno non è farina del sacco di Roberto C. ma ci sono tutti gli estremi per una bella denuncia per furto di proprietà intellettuale. Oppure il vero autore non ha nulla in suo possesso che possa dimostrare la paternità dell’opera. O magari ha preso il furto del sul pc come un segno del destino. Non era destino che diventasse uno scrittore di best seller e che i libri scritti da lui gli consentissero congrui guadagni. O anzi, se il libro gli fosse rimasto non avrebbe favorito nessun contratto con nessuna casa editrice, come se quel romanzo potesse attivare la propria leggibilità solo a contatto con Roberto C. e non con l’autore originale, allo stesso modo di quelle macchine moderne che si aprono anche solo se ti avvicini con le chiavi giuste, avete presente?

Bene, l’amica di Giuliano ha però scoperto altri particolari interessanti, e spero che rivelandoli qui le vendite del primo libro di Roberto C. non calino per causa mia. Consideratemi a rischio querela ma quel che è giusto è giusto. Pare che sul pc rubato che Roberto C. ha acquistato al mercatino dell’usato ci fosse anche una foto dello scrittore originale, un tizio vestito esclusivamente di blu con una lattina di Heineken in mano. Ora non me ne vogliano i fan della birra olandese, ma secondo me l’Heineken è poco più birra dell’acqua del rubinetto. Ma il punto è che da alcuni documenti presenti sul desktop sembra che l’autore avesse denunciato una tavola calda di Milano per aver servito una carbonara preparata con il grana padano al posto del pecorino.

Infine, ecco il vero scoop. L’incipit vero e proprio che avrebbe avuto il romanzo di Roberto C. se fosse stato pubblicato a nome del misterioso e sfortunato autore ufficiale: “Tu solleva 80 kg in palestra e farò in modo che a tua moglie sia concesso l’aumento che rivendica. Questi erano i patti, questa era la richiesta che aveva ricevuto via email il suo Dio alla casella di posta dell’ufficio relazioni con il pubblico”. Ecco, Io l’avrei preferito così. Molto meno banale.

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