un po po po po po po po di musica

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L’elenco più lungo della storia degli elenchi più lunghi lo si ottiene attraverso la query Seven Nation Army + cover su Youtube. Pagine e pagine di gente più o meno nota che ripete ossessivamente un riff che – oggettivamente – non è niente di che ma che dalle nostre parti è quasi più famoso di quello di “Smoke on the water” o di “Satisfaction”. Il segreto di questo successo è la casualità con cui è diventato un inno delle tifoserie calcistiche locali e, se in Italia è sulle gradinate degli stadi che si decide la politica, non sembra così straordinario che sia il cartello degli ultras a stabilire che cosa funziona e cosa no anche nell’industria musicale. Semmai sorprende il fatto che un brano di rock che possiamo definire alternativo sia stato assurto a colonna sonora ufficiale di un movimento che costituisce il non plus ultra della tamarraggine come quello del calcio giocato, anzi, cantato. Ci saremmo aspettati un fenomeno di questa portata con una hit da metallari oppure con uno di quei pezzi assurdi composti dalle band nazi-rock, che non hanno eguali in fatto di suonare male i loro strumenti. Tant’è che il coro di po po po di “Seven Nation Army” oggi lo si usa per qualunque occasione in cui un branco abbia necessità di trasmettere uniformità di intenti attraverso una semplice melodia marziale quanto ossessiva intonata all’unisono. L’ultimo caso che ho scoperto è quello degli studenti della scuola dell’obbligo di ogni ordine e grado che chiedono ai loro docenti di cantare “è finita la scuola” proprio sulle note degli White Stripes al suono della campanella dell’ultimo giorno di lezioni. Cari colleghi, vi raccomando di mostrarvi inflessibili: siamo a scuola, mica alla stadio.

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