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Qual è stato il vostro primo confronto consapevole con la pornografia? Io facevo la prima superiore e per caso ho trascorso un pomeriggio nella cameretta dell’amico di un amico di un amico che disponeva di un proiettore superotto con tanto di bobine vm18. Ricordo benissimo la sensazione di immagini così esplicite e dell’iper-realtà con cui, sulla parete bianca di quella stanza, si succedevano riproduzioni a dimensioni esagerate di parti del corpo maschili e femminili e con angolature di ripresa che non ritenevo fossero possibili, con sotto l’inconfondibile rumore del motorino che faceva scorrere la pellicola. Oggi, quelli che allora sarebbero stati i miei coetanei, snocciolano senza pudori le svariate categorie con cui si può affinare la ricerca su pornhub per trovare video in HD e soddisfare le proprie preferenze. Gli adolescenti parlano di threesome, di bukkake o di gangbang ancora prima di aver limonato. Le madri più avvenenti dei propri amici si chiamano milf. Pratiche e giochi assumono connotazioni grottesche e impersonali – non per questo meno efficaci – come se la fantasia potesse essere standardizzata, riconducibile a una regolamentazione, un linguaggio, un modo di conciarsi, di muoversi, di comportarsi. La più dirompente rivoluzione dell’Internet è questo cambiamento senza eguali che sta investendo i pre-adolescenti e gli adolescenti. Nessuno è in grado di rispondere alla domanda se sarà meglio o sarà peggio, se questa sovraeposizione alla pornografia avrà conseguenze non solo mettendo a confronto quello che siamo stati noi con quello che saranno i nostri figli, semmai se assisteremo a un impatto generale, neuronale, persino evolutivo: un accesso preliminare così dettagliato e persino fuorviante, da un punto di vista anatomico, anticipatore dell’esperienza diretta e in grado di generare aspettative forti, quale modello emotivo potrà sviluppare?

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