in toto

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Nel frattempo ho capito due cose. La prima è che i lavori del 110 si chiamano così perché ci mettono 110 mesi per completarli. La seconda è che l’usanza di postare qualcosa inserendo il link nel primo commento su Facebook e specificando l’intenzione nel post principale non serve a nulla se non a far perdere tempo agli utenti. In realtà ce ne sarebbe una terza, la scrivo di seguito senza correggere il numero su perché fa troppo caldo: fa troppo caldo e non si finisce mai di sudare, questo dimostra l’elevata percentuale di acqua di cui è composto il nostro organismo, quindi il numero che spariamo per impressionare i nostri alunni non fa una grinza. Nella settimana che si avvia alla conclusione, e che verosimilmente decreta la fine di tutte le vacanze e delle vacanze di tutti, ho già ricevuto tre mail della mia dirigente, due di colleghi e altrettante dalla segreteria. Lunedì possiamo dare inizio ufficialmente alle danze. Parteciperò a una specie di meeting dedicato all’intelligenza artificiale per scopi didattici. Non vorrei sembrarvi il solito detrattore, ma tutte le cose che ho provato sull’impatto di ChatGPT , Dall-E e compagnia bella nella scuola non promettono niente di buono. Il punto è che in uno scenario in cui si fatica a usare Excel – uno strumento che risolverebbe almeno i tre quarti dei problemi organizzativi della scuola italiana – l’inserimento di una tecnologia di prossima generazione manderà un intero sistema in tilt. Anch’io mi sto dedicando alle creazioni artistiche sfruttando questa tecnologia. Quella che vedete qui sopra è “Toto Cutugno ma di spalle”. Quella che segue è una di quelle che preferisco e si intitola “una rock band che suona strumenti preistorici impugnati al contrario”.

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