alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 10.12.15

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Il Post, “Tutti assolti per il sistema Sesto”: Fu una grossa inchiesta da titoloni e prime pagine, in primo grado è finita in nulla: Filippo Penati e altri 10 imputati sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

Sul Romanzo, “Regali di Natale – Dieci libri per giovani adulti”: oggi vi proponiamo dieci libri per giovani adulti, una categoria di lettori che solo da poco ha attirato l’attenzione di scrittori ed editori, soprattutto negli Stati Uniti. Questa fascia si divide in realtà in due gruppi: gli studenti delle scuole superiori (14-18 anni) e gli universitari, ai quali possono essere presentati romanzi di maggiore spessore.

Strade, “Le Pen vince in Francia, ma trionfa in Italia. Nel popolo e in tv”: Alla fine, i voti raccolti ieri dal Front National nelle elezioni regionali francesi hanno raggiunto la percentuale nazionale del 27,9%. È la stessa percentuale di cui uno dei sondaggi più recenti accredita in Italia il M5S, che, stando allo stesso sondaggio, sarebbe eccezionalmente competitivo e vincente anche nel voto di ballottaggio contro il PD.

Pop Topoi, “2015: 30 belle canzoni”: 30 canzoni che hanno in comune l’anno di pubblicazione, ordinate secondo il gusto di chi ha le chiavi di questo blog e si è premurato di spiegare perché una è meglio dell’altra nonché di raccoglierle in una playlist su Spotify.

Claudia Durastanti, “M.IA., i rifugiati, il giornalismo musicale. Una riflessione sul video di Borders”: Certe volte mi chiedo se la mia recente disaffezione dal giornalismo musicale non dipenda anche dal fatto che mi ritrovo in un ecosistema in cui tre pagine di analisi semiotica su Justin Bieber o Miley Cyrus sono più “accettabili” di uno schieramento a favore di un video come Borders di M.I.A. Anzi, siamo nel paradosso per cui se un video con i profughi lo avesse fatto uno dei due cantanti in questione – che ogni tanto metto su Youtube pure io – la reazione di parte del giornalismo musicale internazionale sarebbe stata: «La verità che viene dal pop», «Dalla Disney alla crisi siriana: ecco perché abbiamo bisogno di artisti come Miley», «Justin fa aprire gli occhi ai suoi fan con un video duro e senza sconti».

La Blogothèque, “El Vy, la croisière s’amuse.”: El Vy était parfait pour recommencer à faire tout cela. Le projet de Matt Berninger et Brent Knopf arrivait à point nommé. “Return to the moon”, oui, c’est une bonne idée. Echappé respectivement de The National et Ramona Falls, le duo a offert un beau vol de nuit à ceux qui avaient besoin d’air frais.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 09.12.15

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dailybest, “Mettere il punto in fondo ai messaggini ti fa sembrare un mostro”: Il verdetto sulla pessima fama del punto in fondo ai messaggini (SMS, chat e così via) è il risultato di un’indagine su 126 studenti di Binghamton. Ai volontari è stato chiesto di leggere alcuni scambi di messaggi tra due utenti, fatti da una domanda del tipo “Ugo mi ha dato il suo biglietto extra. Vieni con noi?” e una risposta di una singola parola come “Ok, Certo, Sì, Yeah” declinata in due forme: con e senza punto conclusivo.

Sul Romanzo, “I vostri padri, dove sono? Le domande necessarie di Dave Eggers”: Se scoprire che il futuro per cui si è stati preparati non esiste più è per gli europei, soprattutto sud-europei, una cocente scoperta che trova le sue radici in un sottostato di corruzione e mal governo diffuso che da tempo italiani, spagnoli o portoghesi hanno dovuto metabolizzare, per dei nord americani di formazione luterana, abituati a un sistema meritocratico in cui il lavoro pagava sempre, è stato uno shock senza precedenti. E allora accettare la realtà e cercare di rimboccarsi le maniche è assai difficile, prima si deve trovare un’origine, un colpevole, su cui scaricare la propria rabbia, un comportamento da individuare, decodificare e estirpare dal vivere sociale, perché tutto ciò non possa più accadere.

Gli Stati Generali, “linkedin serve a dire che si lavora. facebook serve a lavorare”: Non capisco come si possa dare conto in un cv e nel proprio profilo linkedin della molteplicità e delle fluidità delle proprie esperienze senza risultare ridicoli.

TRed, “Ridimensionando le elezioni francesi”: E’ un po’ così che il voto delle regionali francesi si è trasformato in un voto dalla portata simbolica enorme, che ha ridisegnato l’immagine della politica francese presente nella mente degli italiani. Il problema è – come sempre – che le cose sono un po’ più complesse delle ricostruzioni allarmate di questi giorni. Alcuni aspetti del voto francese sono passati in secondo piano – se non sono stati del tutto ignorati – non incastrandosi perfettamente nella retorica della Francia ormai in preda ad una forma di populismo antieuropeo e xenofobo ormai egemone. Cerchiamo di elencarli.

Roberto D’alimonte, “Il «Front national» italiano? È il M5S, non la Lega Nord”. (via)

Leonardo, “Possiamo convivere con gente così?”: Forse li avete già visti: alcuni youtuber olandesi vanno in giro a citare versetti del Corano ai passanti; dopo averli scandalizzati, scoprono la copertina e rivelano che si tratta di una Bibbia. È divertente, ma non così originale.

Satisfiction, “Carne viva, romanzo d’esordio di Merriet Tierce”: La sincronizzazione del dolore come perfetto antidoto ad altro dolore. È ciò che ricerca Marie Young, la protagonista del romanzo d’esordio di Merritt Tierce, Carne viva (Big Sur, pagg. 222, euro 16,50). Marie rimane incinta a diciassette anni e, da promettente studentessa di Yale, si trasforma in una spaesata ragazza madre. Va a lavorare come cameriera in un bistrot a Dallas ed entra in una spirale di autodistruzione. Si ammazza di lavoro, fa sesso casuale con colleghi e clienti, sniffa cocaina e si brucia la pelle con un bastoncino da fonduta («Fa male ma è una bella sensazione. Cioè mi dà una sensazione di sollievo. Il dolore è reale e sincronizza tutto il dolore che ho nel resto di me stessa ma non riesco a organizzare»).

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 03.12.15

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Soft Revolution, “L’invidia ai tempi di Facebook”: Facendo delle banalissime ricerche su Google, ci si imbatte in una sterminata miriade di articoli, termini, neologismi, teorie intorno all’argomento e pare che ancora una volta uno dei principali colpevoli sia l’Image Crafting. Il meccanismo, come evidenziato per esempio qui, ormai lo conosciamo: tu mi mostri solo il meglio, a sua volta ritoccato, delle tue giornate ed io da brava allocca prendo l’amo e mi convinco che la tua esistenza sia infinitamente più meritevole di essere vissuta della mia.

Piovono rane, “Majorino: Io, il Pd, Sala e la Balzani”: A Milano, dopo tanto discutere, adesso la situazione è più chiara: il Pd e il centrosinistra faranno le primarie, a cui parteciperanno almeno tre candidati. Cioè il manager di Expo Giuseppe Sala, sponsorizzato da Renzi; la vicesindaca e assessore al bilancio Francesca Balzani, spinta da Pisapia; e Pierfrancesco Majorino, che pure di Pisapia è assessore (al sociale). Majorino è considerato della sinistra del Pd e spesso è critico con Renzi. Anche Balzani non è renziana: per esempio quando stava a Genova si era schierata con Cofferati e comunque non ha la tessera del Pd. Della situazione che si è creata – e soprattutto delle prospettive che a questo punto si delineano – ho chiacchierato con Majorino, con qualche provocazione che tuttavia può forse essere utile a capire le cose.

nowaytobeme, “#ioStoconlOrtica , #ioStocolSUQ, #ioStoconlaCultura”: Mentre la stragrande maggioranza degli italiani è occupata a difendere la tradizione cattolica, che già sentirli chiamare la religione tradizione da il senso di quanto ci tengano davvero, a Genova, nel silenzio generale, i fondi per le iniziative culturali vengono tagliati, se non cancellati. Due realtà genovesi si trovano in cattivissime acque, una è il SUQ, al quale io sono affezionatissima e che ogni anno non manco mai di visitare insieme ai figli, una realtà multietnica che ci regala bellissimi esempi di integrazione e identità (e ne abbiamo proprio bisogno) e l’altra è il Teatro Dell’Ortica, che oltre alla sua funzione classica di teatro, ospita parecchi laboratori per pazienti psichiatrici, per detenuti o per ragazzi con disabilità.

Booksblog, “I migliori licei e istituti tecnici d’Italia”: Come sapere quali sono i migliori licei e istituti tecnici d’Italia? Come scegliere, una volta giunti all’ultimo anno di scuola media, la migliore scuola superiore in cui proseguire il percorso di studi? Consapevole di quanto sia importante la scelta che si compie 13 anni, la Fondazione Agnelli fornisce agli alunni delle scuole medie e ai loro genitori un utile strumento di classificazione dei 4400 licei e istituti tecnici italiani: Eduscopio.

Venerato Maestro Oppure, “Come un uragano”: È già disponibile in tutte le librerie e on line “Come un uragano”, il libro su Neil Young che ho curato per la Minimum Fax. Quasi quattrocento pagine che raccontano, attraverso un mio lungo saggio e soprattutto un’ampia selezione di interviste tratte da giornali stranieri, l’avvincente, pirotecnica e a volte folle saga del musicista canadese, una delle figure-cardine dell’ultimo mezzo secolo di rock.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 02.12.15

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Spin, “Watch Dave Grohl and Animal From ‘The Muppets’ Have an Epic Drum Battle”: A great battle — one that will go down in the annals of history — has come to pass. As we learned last month, Dave Grohl was destined to duel fellow drummer/longhaired wild thing Animal on an upcoming episode of The Muppets. Now, video of the drum battle has hit the web. “I’ve been waiting years for this, Animal,” Grohl sneers, before boasting that he’s about to take Dr. Teeth’s stick-wielding lieutenant “to school.” The full episode airs tonight on ABC at 8 p.m. EST, but you can watch the ferocity below.

NPR, “Classic Sci-Fi Comic ‘Eternaut’ Fights The Power”: What’s science fiction supposed to look like? It’s a question that absorbed Argentine writer Héctor Germán Oesterheld, author of the epic comic strip The Eternaut. In the late 1950s, when The Eternaut was serialized in a Buenos Aires newspaper, science fiction was dominated by images of spaceships and faraway planets — and by authors living thousands of miles away. Oesterheld challenged all that. “My stories … try to express something … in a way that is ours, that is Argentine,” he wrote at one point. “Neither that of [Ray] Bradbury, nor of Arthur C. Clarke, nor of Italo Calvino, nor of any of the other great sci-fi masters. Just that: Ours.”

404: File Not Found, “Scrivere per (ri)pensarsi. Una conversazione su “Gli anni” di Annie Ernaux”: Gaia, Marco e Claudia hanno letto Gli anni e non volevano che tutte le immagini scomparissero. Così ne hanno parlato insieme e hanno deciso di scriverne e di non usare il “noi” — troppo rischioso — né l’impersonale — troppo macchinoso in italiano; hanno un po’ rimpianto l’ “on” francese, e alla fine hanno deciso di lasciare i pensieri in forma di dialogo.

Gli Stati Generali, “Il 63% di noi è ostile ai musulmani: Italia capitale europea dell’islamofobia”: Secondo un sondaggio del 2014 del Pew Research Center, il 63% degli italiani ha un’opinione sfavorevole dei musulmani presenti nel nostro paese. Si tratta di un dato persino più negativo di quello greco (53%) e polacco (50%). Considerando che nei tre paesi citati vivono comunità islamiche assai meno cospicue di quelle di Germania, Francia e Regno Unito, dove l’opinione ostile ai musulmani è del 33%, 27% e 26%, forse ad alimentare il crescendo islamofobo contribuisce, in maniera decisiva, l’ignoranza. La non-conoscenza.

Le parole e le cose, “Domenica aperto. Su 24/7. Il capitalismo all’assalto del sonno di Jonathan Crary”: Spiccano da decenni, nel cielo delle tangenziali, degli svincoli, così connaturati ai nostri parabrezza da essere parte di noi: teloni con le scritte Domenica Aperto o Domenica Sempre Aperto. Difficile dire quale delle due espressioni sia più invasiva. Domenica Aperto vorrebbe sembrare un’informazione, un annuncio neutro, che denota una sorta di naturalezza – provvisoria, da ciclo settimanale – dell’apertura festiva. Dentro Domenica Sempre Aperto percepisco, con l’avverbio messo in mezzo, l’intervento dell’uomo, l’ansia da prestazione cadenzata su ritmi che esulano il calendario stesso. Sempre è indiscutibile, ma come tutti i poteri autoritari, dovendo sottolinearsi con la forza, rivela una crepa già in origine, una mancanza di fiducia verso sé. Domenica Aperto è ambiguo, assegna la teorica possibilità di chiusura della domenica seguente a quella di apertura. Domenica Aperto gioca con l’eccezionalità dell’evento, è la domenica ancora domenica. Domenica Sempre Aperto non ha voglia di giocare, non è nemmeno più domenica. Il prossimo Sempre – l’apertura ventiquattro ore al giorno, in Italia – è già realtà adottata da centinaia di supermercati. È solo una sperimentazione. L’esito finale dipenderà, più che dalle lotte di lavoratori e sindacati, dalla volontà dei consumatori di resistere o di farsi colonizzare del tutto.

Terminologia etc., “Algocrazia”: il termine algocracy è apparso nel 2006 in Virtual Migration, un libro di A. Aneesh che descrive sistemi di governance informatizzati dove è il codice (algoritmi) che determina, organizza e vincola le interazioni umane con quei sistemi. Aneesh ha usato il concetto di algocracy e l’aggettivo algocratic per descrivere nuove tipologie di lavoro nell’economia globale. A differenza della burocrazia, intesa come il potere amministrativo basato su leggi e regolamenti ed esercitato da una gerarchia, l’algocrazia si avvale del codice e della sua programmabilità per creare modalità il lavoro dove si può agire solo come previsto dagli algoritmi, riducendo così la necessità di supervisione e controllo.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 01.12.15

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Repubblica.it, “Volley, la Piccinini s’arrabbia: Giovani viziate e poco rispettose”: L’icona della pallavolo italiana, quasi 37enne, apre su Facebook uno scontro generazionale che va oltre i confini dello sport: “Le ragazze sono cambiate, hanno la lingua lunga e sono sempre attaccate allo smartphone”. Il ct azzurro Bonitta le dà ragione: “Anche per un allenatore è diventato più difficile”

corriere.it, “La lettera di Marco Parma”: Non esistono iniziative “cancellate” o “rinviate”. L’unico diniego che ho opposto riguarda la richiesta di due mamme che avrebbero voluto entrare a scuola nell’intervallo mensa per insegnare canti religiosi ai bambini cristiani: cosa che continuo a considerare inopportuna.

Il Post, “I tessuti africani che hanno dentro un messaggio”: Li produce da 150 anni un’azienda olandese; ora sono un prodotto di lusso ma all’inizio le donne sceglievano i motivi per dire che erano colte o ballavano bene.

gli 88 folli, “Io e Annie, io e Allen”: Perché questo film è considerato da molti il capolavoro di Allen? Io credo che sia perché la storia con Annie continua a non funzionare mai, eppure va avanti. Prosegue, eppure ogni volta si arresta. Si vede che non c’entrano nulla l’uno con l’altra, ma non riescono a fare a meno di cercarsi. Tra risate, noia, tentativi di provare cose nuove e di ritrovare quello che di bello c’è stato. Io e Annie piace tanto perché è divertente, ma fa pensare. Impegna la testa, ma in modo leggero. Sono due pazzi nevrotici da strozzare, eppure li adori.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 30.11.15

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NPR, “Billy Strayhorn In Five Songs”: The composer Billy Strayhorn spent almost all of his adult life in the professional company of Duke Ellington, operating as a crucial but seldom visible creative partner whose own greatness has finally emerged only in the past two decades — long after his death in 1967 at age 51. The author of “Take The ‘A’ Train,” “Lush Life” and “Satin Doll,” Strayhorn wrote songs, suites, scores and other works that run to well over 1,000 pieces in all. He was an impeccable and sensitive craftsman whose own musical universe overlapped and expanded the vast world of Ellingtonia; his tonal language ran the gamut from classical to bebop.

Left Wing, “Si potrebbe fare tutti la guerra mondiale”: Il dibattito aperto dagli attentati di Parigi non è cominciato nel modo più incoraggiante, tra quelli che riscoprivano Oriana Fallaci e quelli che piangevano solo per i morti di Beirut, con la destra che evocava lo scontro di civiltà e la sinistra radicale che elencava qualunque altro massacro compiuto in Medio Oriente fino a oggi, e di cui fino a ieri non si era minimamente curata, con lo stesso tono con cui dopo l’11 settembre cominciò a ripetere che bisognava ricordare pure l’11 settembre cileno del ’73. E con fior di scrittori, giornalisti e intellettuali di tutti gli orientamenti a profetizzare l’esplosione della terza, quarta o quinta guerra mondiale, per vedere di nascosto l’effetto che fa.

The Post Internazionale, “Le lettere d’amore inedite di Frida Khalo all’amante segreto”: Frida Kahlo firmava le sue lettera Mara, che si suppone fosse un diminutivo di maravillosa (meravigliosa), così come come l’amante la chiamava in alcune delle sue lettere.

Tiasmo, “Dietro a una grande donna c’è un’adolescenza di merda.”: Dietro a una grande donna c’è un’ombra di passato. A mezzogiorno, quando il sole è più alto, scompare. C’è l’adolescenza con tutto il repertorio di inadeguatezza, di pieni e di vuoti. L’adolescenza da grande te la ricordi come un luna park chiassoso, ma quando ci passi attraverso vedi solo gli specchi deformanti: troppo grassa, troppo corta, troppo lunga, troppo piatta, troppo spessa. C’è pure il calcinculo con quello che ti prende e ti lancia, ti fa volare, ma è un circolo vizioso. E la casa degli orrori, così simile a casa, così familiare. Il cibo non nutre e anche il divertimento fa paura.

The New Yorker, “That Time My Band Opened for Blur”: My glimpse took place when my band opened for Blur, in 1992. I was the drummer. Our assets were a very talented singer-songwriter guitarist who had been in another band that was famous; a bassist with connections in the music business; and a morose lead guitarist whose mother was going to put us up at her house in Berkeley when we drove out to play the West Coast.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 26.11.15

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Fools Journal, “Last Night At The Bus Stop: il fotoprogetto che ritrae i passeggeri dei bus di New York”: Volti stanchi, assonnati, persone sospese, immerse nei propri pensieri, in attesa: c’è tutto questo in “Last Night At The Bus Stop“, intensa serie fotografica realizzata da Travis Huggett, il quale ha passato un’intera serata alla fermata di un autobus di New York per immortalare la vita dei passeggeri. Il risultato è un quadro di storie, di umanità, di vita.

Gli Stati Generali, “Woody Allen compie ottant’anni: una vita a prendersi gioco di sé”: Allen: c’è chi lo ama e ride a crepapelle a guardare i suoi film e chi mal lo sopporta, con quel suo umorismo blasé, da esistenzialista decadente neanche troppo convinto, che dà voce agli sfigati. Eppure, sta proprio qui il suo segreto: rendere un sentimento, un modo di sentire, un punto di vista condiviso.

Vice, “Eagles of Death Metal Discuss Paris Terror Attacks”: During Eagles of Death Metal’s November 13 show at the Bataclan concert hall in Paris, gunmen entered the venue and opened fire on the crowd, leaving at least 90 dead. The band spoke to VICE about the tragic events that took place that night.

L’Undici, “Due capolavori dostoevskijani: L’idiota e I demoni”

Ma la notte no!, “Perchè tutti i bambini dovrebbero giocare a (mini)rugby”: Perché esiste un regolamento anche per i genitori.

minima&moralia, “I robot venuti dal futuro”: Se ancora oggi, sebbene sia ormai più questione di gerontrocrazia culturale che altro, c’è chi si esprime in termini analoghi circa la musica elettronica in generale, il posizionamento dei Kraftwerk al Teatro dell’Opera (o, se vogliamo, alla TATE Gallery di Londra, dove si sono recentemente esibiti) dovrebbe essere sufficiente di per sé a smontare tale opinione, ma ancor meglio sarà, per chiunque covi ancora simili pregiudizi, assistere allo spettacolo. Oggi quelle voci robotiche e quei loop non risulteranno più ‘freddi’ come un tempo, ma riverbereranno, anche per l’ascoltatore casuale, di tutto il loro carico di visione e malinconia: i Kraftwerk non hanno solo reso possibile gran parte della musica che ascoltiamo oggi, ma hanno anche anticipato il mondo a venire, in cui la ‘rimozione del corpo’ sarebbe divenuta fatto normale della quotidianità di ciascuno, destinati come siamo a vivere per porzioni sempre più lunghe del giorno fermi dietro uno schermo, e anzi attraverso di esso definire la nostra identità, esattamente come i quattro robot tedeschi durante la loro performance.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 25.11.15

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internazionale, “Un omaggio rock”: Matthieu Mauduit ha perso suo fratello, Cédric, nell’attentato terroristico al Bataclan del 13 novembre. E dopo ha deciso di organizzargli un funerale poco convenzionale. Il video del New York Times.

Lo Scorfano, “magari”: Magari non sapete che oggi ricorre il trentennale della morte di Elsa Morante, può darsi, ci sono tante cose da sapere oggidì.

SenzaFiltro, “Il segreto della segretezza in azienda”: Parlare di cultura del controllo in Italia è improprio. Nel nostro Paese la parola “cultura” è di per sé un termine sproporzionato, persino fuori luogo. Il “controllo”, invece, esiste anche se – quasi fosse fattispecie penale – si manifesta prevalentemente nella forma del tentativo. Fosse ancora vivo il leggendario telecronista Niccolò Carosio, solito commentare con “quasi-gol” le mancate opportunità di andare in rete con il pallone, dovremmo parlare di “quasi-controllo”. Perché quello vero funziona. Senza sbavature. E con poche controindicazioni.

la scuola in soffitta, “10 Giocattoli anni ’70 – ’80 ancora in commercio”: Qualche giorno fa ho visto la fotografia del Dolce Forno su Cakemania. Che ricordi! Io ci ho giocato tanto. Se fosse ancora in commercio, lo comprerei sicuramente per i miei figli. Pensando ai giocattoli che avevamo da bambini ho provato a guardare quali si possono ancora trovare sul mercato. Potrebbe essere un’idea per un regalo originale!

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 24.11.15

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Dance Like Shaquille O’Neal, “I migliori 10 pezzi di Franco Battiato (per altri)”: Quello che spesso è rimasto in secondo piano del “Maestro”, è il suo apporto come autore. Introdusse una scrittura e delle figure retoriche inedite per il panorama italiano (ma anche internazionale), la cui complessità è diventata negli anni, oltre che la sua cifra stilistica per eccellenza, anche oggetto di parodie. Si servì di parecchi pseudonimi per divertirsi a rimanere anonimo, occupandosi dei versi o della musica: Tripoli, Ed De Joy, Franc Jonia, Astra, Martin Kleist, Albert Kui (Battiato & Giusto Pio), Kilim, Springfield, Colonnello Musch e Süphan Balzani – in alcuni casi anche per affrontare temi, per l’epoca scottanti, come l’omosessualità.

Francesca Caon, “Fabrizio Corona insegnerà Marketing a Milano”

Doppiozero00, “Il linguaggio di Snoopy e la ragazzina dai capelli rossi”: Come è potuto accadere? È riuscito finalmente a trasformarsi, a perdere timidezza e goffaggine, a diventare ‘qualcuno’? Per nulla: ogni suo tentativo di cambiamento fallisce miseramente. Se la ragazzina s’innamora di lui è piuttosto perché lo apprezza così com’è: incapace, impacciato, immancabilmente loser. È il trionfo del più penoso buonismo, mediatico e non, che, ribaltando la gelida poetica di Schulz, strizza l’occhio al suo lettore più banalizzante: quello, appunto, che va a caccia di ‘carineria’ per ogni dove, che vede nel geniale Snoopy nient’altro che un ‘cucciolo caldo’ e nel malinconico Charlie Brown un personaggio positivo da idolatrare smodatamente.

la versione di chamberlain, “Stato di ridicolo”: Questa mattina a Roma ci sarebbe stata un’operazione antiterrorismo nel centro di accoglienza per migranti Baobab. Uso il condizionale perché “operazione antiterrorismo” dovrebbe significare operazione coordinata tra forze dell’ordine e intelligence, finalizzata al controllo di elementi sospetti, recupero di armi ed esplosivi. E invece, dicono le cronache, sessanta agenti in tenuta antisommossa si sono presentati alle sei e mezza del mattino, davanti a questo centro – e qui potete leggere per capire di cosa sto parlando – bloccando la strada con due camionette. Come in Belgio. Se non fosse che questo spiegamento di asimmetrica potenza non è stato messo in campo per un’operazione guidata dall’intelligence, sulla base di informazioni circoscritte e precise all’interno di una strategia di contrasto alle infiltrazioni terroristiche, come dovrebbe augurarsi ogni cittadino che pretende sicurezza. Questa operazione – grottesca – si è rivelata una normale operazione di identificazione dei migranti presenti all’interno del centro. Lo spiegamento di forze ha prodotto ventitré accompagnamenti in Questura.

il deboscio, “I radiomobili della bella gente”: C’è questo sito qui di francesi, Lekki.fr, che vende ancora i bei radiomobili di una volta, quelli dei signori, che costavano milioni di lire. Ricondizionati e perfetti.

Frizzifrizzi, “What is punk? Un libro per raccontare i Ramones, i Clash e l’Oi! ai bambini”: Che il punk non sia obbligatoriamente “off limits” per i più piccoli, e che soprattutto non sia necessario tirarne fuori (magari inventandolo) il lato rassicurante o propinare robaccia che di punk ha solo l’estetica (rigorosamente offerta in forma di stereotipo “strano”/ridicolo) lo dimostra questo bel libro pubblicato qualche settimana fa dal piccolo editore Akashic Books, di base a Brooklyn, e intitolato What is Punk?

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 23.11.15

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abbiamo le prove, “Mio padre sognava di avere 800 metri di campi coltivati a mais”: Io sono un’accumulatrice, e questo spaventa un po’ mio padre, il cui sogno è sempre stato quello di avere 800 metri di campi fuori dalla finestra, da coltivare a mais e da scrutare, con lo sguardo libero, a perdita d’occhio.

Rivista Studio, “Facebook, Twitter e i problemi con gli account dell’Isis”: Wired ha sottolineato alcuni dei punti più spinosi della questione, evidenziando come sia la compagnia di Zuckerberg che quella di Dorsey stiamo cercando di implementare una serie di controlli. Come specificato da Steve Stalinsky, direttore del Middle East Media Research, «tra tutte le compagnie, Facebook è quella che riesce meglio a rimuovere contenuti offensivi e a bloccare account ritenuti sospetti». Tuttavia, è cresciuto l’utilizzo di Twitter da parte dei membri dell’Isis. Il Brookyn Institute ha calcolato che tra settembre e dicembre 2014 ci sono stati 46 mila account social attivi e riconducibili al gruppo terrorista.

Sul Romanzo, “Come usare Facebook se sei uno scrittore”: oggi che i social sono uno strumento quasi irrinunciabile, sia a livello personale che professionale, anche uno scrittore deve essere in grado di conoscerne le principali funzionalità e le potenzialità. Perché attraverso i social si è scoperto un nuovo rapporto tra l’autore e il suo pubblico, e perché la promozione di molti prodotti ormai passa per questi strumenti, e i libri, sotto molti punti di vista, sono prodotti da promuovere e far conoscere, per evitare che restino su uno scaffale prima di andare, rapidamente, al macero.

Capitano mio Capitano, “NEW YORK STORIES”: Ma i grattacieli sorgono e crollano da sempre a New York, per lei non sono che un cambio d’abito. Di cosa è fatta allora quell’opera d’arte che chiamiamo città? Solo in superficie di case, strade, ponti, fabbriche, parchi, stazioni ferroviarie, porti industriali. Nella sostanza, è fatta di chi la abita. Sono le persone, con i loro sentimenti, le loro relazioni, i loro desideri, a dare alla città la sua anima.

Reverendo Lys, “SIMON AND GARFUNKEL – Bridge Over Troubled Water (CBS)”: Il disco che li consegna definitivamente alla storia della musica moderna non come folksingers ma come autori di raffinatissimo pop. Bridge Over Troubled Water , il pezzo che intitola e apre il loro quinto album, è una struggente ballata gospel che simula speranza ed ottimismo ma lascia intuire che qualcosa ha intorbidito le acque su cui Paul e Art scivolavano veloci fino a pochi mesi prima.