tu sei sempre mia anche quando vado via

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Tormentoni estivi ce ne sono stati tanti, almeno uno o due per ogni stagione. A memoria d’uomo potremmo ricordare insieme “Self control” di Raf o “Ti amo” di Umberto Tozzi o ancora “Vamos a la playa” dei Righeira fino a “Waka waka” di Shakira. Benché il concetto stesso di tormentone sia un tormentone in sé, tutta questa foga nel trovare un capro espiatorio assegnabile al delitto di allineare esistenze in stand-by sul lettino di uno stabilimento balneare vittime di mesi di stenti io non l’ho mai capita. L’ozio obnubila la mente e costituisce in realtà il principale deterrente alla tintarella, questo per dire che se ti metti a raccogliere pomodori sotto la canicola, anche con la radiolina accesa, ti abbronzi di più. Ma se per ovvie ragioni di influencing – come si usa dire oggi – debbo esprimermi per l’uno o per l’altro disco per l’estate, la mia preferenza va a un motivetto che cantavo a squarciagola inseguendo una dodicenne come me, lei su una Graziella verde, io sulla mia Olmo Forestal, il modello con il cambio a tre velocità. Eravamo un po’ innamorati, forse, e quel motivetto rimase in testa alle classifiche per tutta l’estate vincendo pure il Festivalbar. Anche grazie al nostro amore più che acerbo (e mai consumato).