i dadi sulla città

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Non facevo una partita a Monopoli da tempo immemorabile, forse addirittura dalle superiori, sicuramente da prima che i produttori del gioco aggiornassero la valuta. Ho così scoperto che il passaggio dal Via, che ricordavo associato a un’entrata di 20.000 lire, oggi permette di ritirare dalla Banca ben 500 euro a botta. Più che un cambio favorevole, mi sembra l’introduzione di nuovo modello di business.

monopoli di status

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C’è chi il lavoro non ce l’ha ed è disperato. Ce chi ce l’ha e raramente è soddisfatto. C’è chi fa lavori tipo il tastierista dei Subsonica, o il traduttore di Paul Auster (giusto per citare due tra le professioni dei miei sogni) e spero non abbia nulla da dire sul proprio livello di realizzazione. Io, per fortuna, appartengo (almeno per ora) alla seconda categoria, spero di non dover mai tornare al Via ma, per continuare con la metafora del Monopoli, accetto con rassegnazione gli stop negli imprevisti e nelle probabilità, che fanno parte quotidianamente del gioco. Oggi mi sento in Vicolo Corto, angolo Vicolo Stretto.

i giochi degli altri

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L’Europa dell’est, prima delle code per gli i-phone