rough guide

Standard

Ricordo che mi aveva colpito perché a 25 anni quella era la prima volta in cui si trovava all’estero, che poi l’estero in quel caso consisteva in poco più di trenta chilometri dal confine con l’Italia sulla costa francese e un centinaio da casa sua. Non era nemmeno al corrente degli accordi di Schengen e chissà cosa pensava di trovare alla dogana, che poi la dogana era stata smantellata e non c’era più ma già alle prime indicazioni che avvertivano dell’imminente stazione di frontiera aveva iniziato a preoccuparsi.

Guidava lui e si crucciava del fatto che non sapeva come sarebbero stati i cartelli stradali e la segnaletica, poi non sapeva una parola di francese e temeva di non riconoscere l’uscita. Senza contare la paura che i franchi che aveva ritirato non fossero sufficienti per i pedaggi, che la carta di credito non fosse accettata e che gli si guastasse l’auto che stava guidando magari di domenica e che ci fermasse la polizia francese per qualsiasi motivo e che la Francia dichiarasse guerra all’Italia e che gli venisse un infarto e non riuscendo a spiegarsi ai medici sarebbe morto. Continua a leggere