gli invasori parte terza

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Chiudiamo questo rotocalco oltreconfine per parlare di quello che i tedeschi possiedono, ciò di cui si contornano, la bellezza e la praticità che amano che se non trovano nei pressi un tempo andavano a prendersela fuori ma oggi, con il loro potere d’acquisto, possono comprarsela e farne sfoggio ma a loro insaputa, nel senso che per i tedeschi è normale avere il massimo mentre per noi che ci possiamo permettere solo i Decathlon e i vari omologhi nelle diverse discipline o ambiti a partire da quello alimentare siamo usi alla qualità entry level quando va bene, altrimenti di livello discount. Gli accessori dei tedeschi sono unici e mi piacerebbe davvero sapere dove vanno a prenderli e quanto costano, si vede che fanno investimento nelle cose belle che migliorano la qualità della vita, gli spazi che i tedeschi occupano Polonia compresa. Scherzo. A partire dalla biciclette. Avete mai visto i tedeschi in vacanza quando si muovono con i loro camper e roulotte o con i Caravelle quando arrivano a destinazione che razza di mountain bike tirano fuori? Marche e modelli mai visti in Italia, dove vanno per la maggiore le sottomarche di city bike a novanta euro al Carrefour o alla Coop, articoli nemmeno ambiti dai ladri delle suddette alle quali preferiscono di gran lunga le carrette di una volta che danno più garanzia di continuità. Parlo per cognizione di causa perché ne possiedo una giusto per andare in stazione, l’ho presa apposta per far sì che non sia appetibile per nessuno, come quel mio amico che si fidanzava con tipe interessanti ma di certo non belle proprio per paura che diventassero oggetti del desiderio altrui. Ho provato invece a segnarmi qualche marca che ho notato in dotazione ai vicini di piazzola al campeggio, devo comprare la bici nuova a mia figlia con le ruote più grandi, ma so già che la ricerca su Amazon smorzerà ogni velleità di acquisto. Ma l’attrezzatura stessa da mare possiamo considerarla invidiabile, tutta in alluminio di ultima generazione che a seconda di come la giri fa da carrello, da sdraio, da tavolino, da piattaforma per trasporto infanti con fasciatoio incorporato eccetera. Per non parlare degli ombrelloni che non sono ombrelloni, sono tende che noi potremmo in scioltezza abitarci pure o per lo meno utilizzare come seconda casa, di certo meno fatiscenti di certe abitazioni lasciate appositamente incomplete per ovvie ragioni di convenienza che si vedono lungo le coste del sud. Si vede che i tedeschi investono su ciò che amano e si circondano di bellezza anche nei momenti di tempo libero. Io ho notato per esempio che vanno in vacanza tutti insieme, anche con i figli già grandi, adolescenti che continuano a fare le ferie con i genitori perché tanto sanno benissimo che l’indipendenza non c’entra nulla con il dimostrare la rottura generazionale con i matusa, come facciamo qui da noi facendoci la cresta, riempiendoci di anelli il corpo o impiastrandolo con disegni indelebili scopiazzati da culture distanti anni luce dalla nostra. Padri e figlie diciassettenni che girano tenendosi per mano, fratelli alle soglie della maturità che giocano a beach volley con i genitori, non so voi ma io dalle nostre parti li vedo raramente. L’unità della famiglia è un accessorio sul quale i tedeschi investono, è una cosa bella da portarsi appresso ovunque.

Un pensiero su “gli invasori parte terza

  1. muchoperros

    E’ la vecchia rivalità franco-tedesca. io di Decathlon o le roy merlin in Germania non ne ho visti. Ma la lora attrezzatura, dal mestolo da cucina alla sella per bici, dalla pinza all’asse del wc, dalle scarpe da trekking al cordless: tutto è made in Germany, maledettamente bello e maledettamente caro.

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