tutti gli indagati per violazione del segreto televisivo

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Finalmente anche noi abbiamo il nostro Julian Assange, il nostro Hervé Falciani, insomma il nostro delatore buono che dall’alto della sua indignazione infrange la legge e mette a repentaglio la propria incolumità lungo tortuosi sentieri illegali ma allo scopo di una giustizia altrimenti impossibile attraverso le vie ufficiali. Si chiama A. P., ha poco più di cinquant’anni ed è l’impiegata Mediaset che ha messo in rete il database con l’elenco di tutti gli italiani che, negli ultimi quindici anni, hanno inviato le riprese di loro stessi mentre, davanti a una telecamera consumer, annunciano “Italia 1” accompagnando il tutto con il celebre gesto del pollice alzato. Il file, contenente nomi, cognomi, indirizzi e recapiti telefonici, è rimasto on-line pochissimo ma giusto il tempo necessario per cadere nelle mani degli esponenti del “Fronte per la liberazione dal Protagonismo” che pare siano già all’opera per rintracciare uno ad uno gli audaci interpreti di quel celebre spot fai-da-te ormai diventato vero e proprio fenomeno di costume e bestia nera di qualunque operatore del settore video, costretto a ripetere scene registrate per strada, negli uffici, all’aperto a causa dell’emulo di turno che non sa resistere al fascino di apparire in qualche programma tv a tutti i costi. Le persone i cui nominativi sono presenti nell’elenco trafugato sono ora nel panico e temono soprattutto per la loro reputazione. Difficile valutare infatti quanti siano a conoscenza di questa pratica di terzi, considerando gli ascolti della rete e della programmazione random delle migliaia di videocassette – prima – e di video digitali – dopo. Magari non ne siete a conoscenza, ma il vostro collega di fronte, il vostro dirimpettaio, il commesso del panettiere che vi mette da parte la baguette ogni mattina è tra i protagonisti di maggior gradimento di quello che può essere identificato come il primo tormentone virale, l’antesignano dei meme di youtube. Non a caso, a parte una ristretta cerchia di intimi, nessuno sembra essere a conoscenza di questa perversione nel prossimo, e se non ci credete provate a chiedere in giro e se qualcuno ammette di essersi prestato buon per voi, tanto che proprio in queste ore sono in molti a tentarle tutte – vie legali comprese – per evitare un simile smacco. Non posso però darvi maggiori dettagli o link di approfondimento. Quello che so è perché ho sentito un gruppo di persone al bar qui sotto commentare la notizia stamattina. Una ragazza seduta con il giornale aperto sul tavolino leggeva a volce alta l’articolo con un livello di coinvolgimento che non ha lasciato dubbi sulla sua colpevolezza. Tre maschi le stavano dietro apparentemente interessati alla notizia, ma avvicinandomi ho capito che erano lì solo perché lei, chinata in avanti, lasciava ben poca immaginazione alla biancheria intima che aveva addosso. In questo anticipo di primavera le prime nudità femminili non passano inosservate. Io ho provato a chiedere qualche spiegazione, anche solo per documentarmi per un possibile post sull’argomento, ma uno dei tre guardoni – quello che avrebbe voluto rispondermi – non riusciva a trovare alcuni sostantivi appropriati, e alla terza o quarta indecisione ho fatto finta di aver capito e sono corso qui.

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