alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 25.05.15

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Giuseppe Granieri, “#OpenAmazon. Cosa c’è dietro i nostri clic”: L’algoritmo non lo vedi, ma gestisce l’intelligenza del sistema e l’automazione di tutto ciò che automatizzabile. Entrando, la prima sensazione che hai è quella di essere in un posto in cui c’è qualsiasi cosa tu possa desiderare. Superata questa sensazione, la cosa che percepisci è che non c’è un ordine apparente. Negli scaffali ci sono spesso prodotti di natura molto diversa l’uno dall’altro. Ma tutto è impostato per ottimizzare il processo di accesso all’oggetto e di spedizione, e il percorso che ogni pezzo deve compiere per arrivare a te dopo il tuo click.

Il Post, “Le storie dietro alla “M””:Einaudi ha pubblicato il libro M. Una metronovela di Stefano Bartezzaghi, giornalista, scrittore, esperto di parole e linguaggio. Bartezzaghi alterna nel libro, nel quale ogni capitolo è intitolato con il nome di una fermata della metropolitana di Milano, la descrizione della città e della sua metropolitana con episodi e ricordi personali, divagazioni linguistiche, intervallate da scene di una “metronovela” intitolata Chuck & Dem, che Bartezzaghi vorrebbe vedere sugli schermi della metropolitana milanese al posto delle pubblicità trasmesse a un volume troppo alto. In questo estratto, il paragrafo dedicato alla stazione Garibaldi.

Castelli in aria, “L’acchiappatore nella segale”: Ad ogni modo, mi immagino sempre tutti questi ragazzini che fanno una partita in quell’immenso campo di segale eccetera eccetera. Migliaia di ragazzini, e intorno non c’è nessun altro, nessun grande, voglio dire, soltanto io. E io sto in piedi sull’orlo di un dirupo pazzesco. E non devo fare altro che prendere al volo tutti quelli che stanno per cadere dal dirupo, voglio dire, se corrono senza guardare dove vanno, io devo saltar fuori da qualche posto e acchiapparli.

Nuovo e utile, “perché il cervello vede facce nei posti più strani?”: La struttura visiva che riconosciamo più facilmente è il volto umano. Così, lo racconta il New York Times, è possibile che la signora Diana Duyser di Hollywood “veda” la faccia della madonna nel panino grigliato al formaggio che ha appena preparato. Non lo mangia, e assai laicamente lo vende su eBay per 28.000 dollari. Del resto, c’è chi ha riconosciuto la faccia di Fidel Castro in una patatina, e chi ha visto Madre Teresa in un pasticcino arrotolato alla cannella.

Farovale, “La questione dello stendino”: Lo stendino, altrimenti detto stendipanni o stendibiancheria, non lo posso vedere. Mi agita completamente, mi riempie di malumore, malesse, fastidio, insofferenza. Se i panni sono stesi e se lo stendino è carico di due o tre lavatrici poi, allora il caos bussa alla porta della mia testa e poi scende. Ci provo a riordinare tutto quello che ho intorno per equilibrare la confusione che vedo in quel metro quadro di vestiti, lenzuola, asciugamani, biancheria e colore, eppure non mi passa.

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