fuori servizio

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Ogni libro di italiano per stranieri dovrebbe iniziare con un capitolo introduttivo dedicato alla traduzione di “fuori servizio” sia come locuzione, il che è abbastanza facile e se non lo sapete vi rimando a wordreference, sia come concetto il che è un po’ più articolato. Uno straniero che viene in Italia deve infatti sapere il significato di uno degli annunci più comuni con cui potrebbe avere a che fare girellando da turista o per affari per il nostro paese. Un tedesco che vuole acquistare un biglietto della metropolitana ma la macchinetta ha il sistema di pagamento con le carte fuori servizio che è un modo più da italiani per ammettere che il distributore non è nemmeno abilitato. Ci vorrebbe un collegamento alla rete e altri espedienti magari costosi che però alla lunga creano economie di scala e, soprattutto, ti fanno passare per un popolo figo. Va che fighi questi italiani che ti fanno comprare il biglietto della metro con la carta di credito.

Poi ci sono i bancomat fuori servizio, che magari è uno stratagemma della Merkel per metterci alla prova e vedere, in caso di Grexit, come la prendiamo. Io ve lo dico subito: a me girano i coglioni perché non ho mai contanti con me e se l’unica volta in cui ho bisogno lo sportello non funziona l’esperienza utente del sottoscritto è pessima. Un paio di sere fa, all’aeroporto di Linate, c’era uno sportello bancomat non funzionante con appoggiato sopra un vistoso cartello scritto a mano su un foglio da stampante A4 con una arbitraria traduzione di fuori servizio in “no work”. Chi non lavora non prende i soldi, per dirla alla Celentano. Roba da matti.

Vogliamo poi parlare dei bagni fuori servizio? Alla stazione un cesso fuori servizio nove volte su dieci significa che qualche maiale l’ha conciato che nemmeno un porcile e la squadra di addetti alle pulizie si sta facendo la colazione di rito degli addetti alle pulizie, che consiste in caffé, cornetto e acqua gassata. A me piacerebbe che queste piccole rogne venissero risolte subito, perché per esempio il mio lavoro è tutto così. Piccole rogne da dover risolvere subito ma che rendono i miei clienti felici. Ci sono probabilmente interventi più lunghi e code dietro altri interventi richiesti. Ma un cesso fuori servizio perché qualcuno non ha una corretta idea del posizionamento dei propri orifizi rispetto a quello che c’è sotto dev’essere, secondo me, ripristinato all’istante. Mi sono invece indifferenti gli ascensori fuori servizio, anche se posso capire che un turista affaticato disapprovi il disguido. Vi stimo di più se usate le gambe anche sulle scale mobili, stare fermi quando non c’è motivo per farlo è una perdita di tempo e per chi vi guarda vi fa passare per sciocchi.

nowork

4 pensieri su “fuori servizio

  1. Mi posi la domanda (Come si scrive “fuori servizio” in inglese?) penso nel 1992 ad Amsterdam o giù di lì. Scoprii che nessuno me lo aveva insegnato. 🙁

  2. Io sono un’insegnante di italiano e ho solo studenti stranieri, in particolare olandesi. Oggi ho avuto una giornata difficile.
    Credo che, in qualche modo, quello che tu racconti (e che è vero) abbia direttamente a che fare con fatto che se una studentessa (poniamo caso libera professionista cinquantenne rampante) si iscrive a un corso di gruppo e poi salta la metà delle lezioni perché deve professare e rampare, poi la scuola deve – ma DEVE, anche se non sono previste – darle delle lezioni di recupero nel fine settimana, quando lei non lavora. Neanche io lavoro nel fine settimana, ma questo è perché non ci sono portata come etnia.
    Non c’è via di scampo, quasi quasi mi faccio uno shampoo

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