Vorrei essere una ragazza solo per aver avuto la fortuna, da giovane, di esser presa sulle spalle da qualcuno per gustarmi un concerto al secondo piano umano della bolgia sotto il palco. Non serve essere frequentatori dei live per avere questa ambizione. Se avete mai provato l’ebbrezza del primo maggio in casa davanti alla tv, sapete di cosa parlo. Le ragazze del secondo piano della bolgia ai concerti sono invece spesso in primo piano alla tv fino a quando poi non si accorgono di essere inquadrate e lì si rompe il giocattolo e il regista passa a qualcun altro. Sono in reggiseno o maglietta succinta, in genere sono bellocce e amano essere al centro dell’attenzione e, manco a dirlo, hanno sotto di loro un ragazzo in friendzone a cui non la daranno mai ma comunque entusiasta nell’accondiscendere ogni capriccio della ragazza che aspira a salirgli sulle spalle. Il problema subentra per chi sta dietro. Chi si arroga il diritto di vedere il concerto dal secondo piano della bolgia se ne fotte altamente di chi improvvisamente si vede rovinata la sua esperienza di ascoltatore, dal momento che anche l’occhio in un concerto vuole la sua parte. E la schiena della ragazza del secondo piano della bolgia non è mai all’altezza dello spettacolo ma, comunque, a un’altezza tale da rompere i coglioni al prossimo alle spalle. Benvengano quindi i lanci di bottiglia e qualunque cosa come tentativo di far desistere ogni ragazza del secondo piano della bolgia. Poi un’altra cosa che non sopporto è il fatto che, da lassù, hanno anche la presunzione di dimenarsi cercando di seguire il tempo aumentando così la portata del danno arrecato al pubblico costretto a vederla e all’aspirante fidanzato sotto, costretto a interpretare ogni movimento come uno stimolo a muovere la gamba corrispondente in modo da assorbire la forza impressa dalla ragazza sopra e scaricarla con la giusta direttrice secondo le più banali leggi della fisica. Così, se siete ragazze che aspirate a salire al secondo piano della bolgia ai concerti sulle spalle di qualche vostro spasimante che farebbe qualunque cosa per voi, siate le prime a desistere da questa pratica così volgare e irrispettosa per chi ha pagato quanto voi per questo o quel gruppo dal vivo. Chiaro che poi più l’artista sul palco è di valore e più è sconsiderato il vostro gesto. Per esempio ieri è stato pubblicato questo video in cui i Portishead (sì, proprio i Portishead) hanno chiamato sul palco Thom Yorke (sì, proprio Thom Yorke) a cantare The Rip, un bellissimo brano di Third di cui già i Radiohead avevano registrato una cover (che trovate qui e diamine, son già passati sette anni). Se guardate il video qui sotto noterete che dopo pochi secondi, più o meno a 00:45, davanti al fortunato ascoltatore che sta registrando il concerto, due tizie salgono sulle spalle dei relativi friendzoner e iniziano a dimenarsi. Che senso ha, poi dimenarsi su un pezzo come The Rip dove l’unica cosa che potresti fare è inchinarti e salutare con la massima immobilità il trionfo dell’altrui ingegno compositivo e personalità artistica? Per una cosa così potrei anche diventare manesco.
Semplicemente bellissimo, scusa la banalità del commento ma io di fronte alla tua scrittura così perfetta delle volte davvero non so cosa dire. Ciao Plus!
Tu sei un genio, ma io l’ho sempre detto.
eppure sono stata ragazza. sigh. mai salita al secondo piano, se non ascensore munita. sigh. e comunque, sì, è un tale giramento quando si inalberano ‘ste ragazze! 🙂
miss tu sei troppo buona, te l’ho detto anche via Twitter
ma secondo me ti sbagli 🙂 grazie per l’attenzione che mi dedichi
Mai stata una da secondo piano, semmai tiro bottiglie. Un inchino a te che sai trarre spunti ad altri impensabili
dopo cinque anni di blogging quotidiano inizio a raschiare il fondo 😀
Lo raschi bene. Poi lì giù ci sono le cose che in pochi toccano