confronta auto con il comparatore di modelli in esclusiva

Standard

Arturo mi ha fatto la revisione e, un po’ perché c’era ben poco da mettere a posto, un po’ perché si è impietosito di quanto fosse sporca, ha infilato la mia Opel Astra SW blu in uno di quei autolavaggi con i rulli che fanno tutto da soli. Il risultato è che me l’ha riportata ieri sera e, quando sono sceso per prenderla, non l’ho mica riconosciuta. Ci ho messo un po’. Ho dovuto fare il giro due volte dei parcheggi qui intorno al palazzo e poi sono andato per esclusione e ho azionato il pulsante dell’apertura automatica sulla chiave di fronte all’unica possibilità ma, finché non ho sentito il beep, non me ne sono convinto.

Non pensavo che il blu fosse così scuro da pulito, questo mi ha tratto in inganno. Ale, il mio vicino, pensava stessi scherzando, così per cambiare discorso e per distrarlo dal convincersi di quanto possa essere stordito – stavo per avere un attacco di panico o qualcosa di simile temendo un furto – gli ho chiesto di mostrarmi la sua, di macchina nuova, perché so che ci tiene molto. Si tratta di un modello che mi aveva attirato quando mia moglie ed io ci siamo decisi a cambiare la intramontabile Xsara Picasso vecchio modello due anni fa, quella a forma di uovo messo per orizzontale, dove però dentro ci stava tutto.

Sulla Mitsubishi ASX ci avevamo fatto un pensierino, poi però ci siamo detti che senso abbia spendere diciottomila euro in una macchina. Trentasei milioni delle vecchie lire. Più o meno un anno di lavoro che poi il primo idiota che passa con una chiave ti ci fa una riga e la festa è finita. Ale me l’ha descritta per filo e per segno, persino il dato sul volume del bagagliaio e il sistema che se ti passa qualcosa davanti frena la corsa senza nemmeno chiedertelo. Certo, sali su quel trono a motore e ti senti all’interno di un robot giapponese, come quello che pilotava Goldrake stando dentro nella testa, mentre sulla mia – che è di vecchia concezione, perché il 2007 nel mondo delle quattro ruote è un’era geologica precedente – hai come l’impressione che l’asfalto scorra a pochi centimetri sotto il sedile.

Mia figlia, quando sale nella mia Opel indipendentemente se sia sporca o pulita, si piega in un modo strano perché dice che ha un odore insopportabile e se viaggia con una postura differente è convinta di patire. Non la biasimo: sulla Ford Taunus marrone di mio papà riuscivo a scendere per vomitare dopo appena un isolato. Probabilmente è una cosa che si tramanda di generazione in generazione.

Ieri però, poco prima del quiproquo con l’auto lavata e non riconosciuta, ero andato a prenderla da mia suocera con la Mini aziendale che, oltre a essere nera, dentro a tutto un sistema di led e luci che si accendono per ogni cosa sul cruscotto e sulle portiere. C’è un cerchio che cambia colore quando alzi il volume dell’autoradio, un altro che varia a seconda dell’intensità a cui imposti l’aria condizionata. Quando apri a portiera si accende qualcos’altro e questo tripudio di tamarraggine ha mandato in visibilio mia figlia, che finalmente si trovava in un abitacolo in cui non si è dovuta piegare per non sentire la puzza che sente lei ma si è goduta il viaggio, pur breve, su una macchina normale.

Un pensiero su “confronta auto con il comparatore di modelli in esclusiva

  1. io viaggio su una Fiat Punto del ’99 comprata per 500 euro nel 2007. Sa di sigaretta anche se ho smesso di fumarci dentro da più di un anno, ha la portiera rotta perché dopo la seconda effrazione nel parcheggio della stazione mi sono rifiutata di aggiustarla, è piena di briciole delle merende di mia figlia che inutilmente tolgo perché prolificano da sole. Non ha nemmeno i vetri elettrici. Però in inverno, quando gela, è l’unica macchina del parcheggio sotto casa che non ha problemi a mettersi in moto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.