mandateli a lavorare

Standard

Cinque figli, coppia non sposata, bambini con i capelli lunghi raccolti nei codini, esempi di democrazia diretta in famiglia direttamente impartiti dai genitori, ossessione per i modelli di consumo sostenibili, furgone come mezzo famigliare. Non gliel’ho mai chiesto perché ero l’insegnante di quello di mezzo ma posso scommettere che marito e moglie votino grillista. Avrei visto Leo e il suo clan in una cornice come quella del film Captain Fantastic, avete presente? Così attenti che il padre non si è mai fatto vedere ai ricevimenti tanto la madre, sia per carattere che per stazza, valeva per due. Così fresco di nomina e già con degli ex alunni, e qui mi riferisco a me. Leonardo è passato a salutarmi all’uscita in sella alla sua mountain bike e con uno smartphone su cui lampeggia la scritta “Casa” come chiamata di provenienza in continuazione. La madre, a cui non ricordo mai se do del tu o del lei, ha quello più piccolo ancora da noi e oggi il confronto al cancello all’uscita è stato inevitabile. La secondaria di primo grado può rivelarsi difficile se ti sei abituato a farti i cazzi tuoi nel ciclo precedente. Leonardo non se la cavava malaccio ma se avesse dedicato un quarto del tempo in cui esercitava la sua presunzione a seguire quello che dicevo, avrebbe potuto far fruttare meglio le sue capacità. La madre, manco a dirlo, ha ribadito la sua posizione sul fatto che alla primaria bisognerebbe lavorare di più. Fare più temi. Due temi alla settimana, vorrebbe lei. Perché poi alla secondaria di primo grado arrivano che non sanno scrivere. Mi è venuto spontaneo chiederle se in matematica se la cavi meglio, visto che è ciò che gli ho insegnato. Al momento nessun problema e, anzi, Leo le ha confessato che secondo lui sono fortunati quelli che hanno me, il suo ex maestro, quest’anno, in prima. La madre è la stessa che mi chiedeva più compiti nel fine settimana e, vedendo che non arrivavano, mi aveva fermato per dirmi di farle avere esercizi extra per Leonardo perché i bambini devono lavorare, lavorare, lavorare. Senza velleità polemica, le avevo suggerito di cercare in rete. C’è pieno di operazioni, espressioni, problemi, esercitazioni risolte e corrette. Il fatto è che poi, a casa, occorre seguirli, i bambini. A me piace spremerli il più possibile in classe e poi, nel weekend, lasciarli liberi. Sono appena alla primaria, avranno tutta una vita per diventare come la madre di Leonardo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.