un improvviso senso di libertà

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Un cane da canile rieducato alla vita domestico/cittadina, ma con gloriosi e purtroppo non documentabili precedenti da assistente all’attività venatoria outdoor, percepisce l’odore di un suino selvaggio ottimo con la polenta e, avvistata una via di fuga dalla porta/finestra di una casa vacanze in collina, si lancia nella macchia sottostante e non si trova più. Nelle storie di fantasia il protagonista ha sempre un amico come espediente narrativo a cui raccontare i segreti, le passioni, i progetti, i fardelli del passato e gli episodi come questi che potrebbero, rielaborati con la dovuta tecnica del mestiere, trasformarsi in romanzi best-seller. Nella realtà invece le conversazioni si limitano a essere spesso veloci e silenziosi soliloqui, anche se a onor del vero con la mascherina anti-covid calata sul viso nessuno si accorge quando parli da solo e poni delle domande a un interlocutore immaginario. Anzi, corri il rischio di fare la figura di fascinoso intellettuale.

Questo dalla parte degli umani. Dalla parte degli animali, invece, un cucciolo di pipistrello, probabilmente un pulcino di pipistrello, o come cazzo si chiamano i pipistrelli da piccoli, non sa volare e osservato dall’alto mentre striscia sulle piastrelle ricorda uno di quei marchingegni robot telecomandati impiegati nella tattica bellica come armi intelligenti di distruzione di massa dalle super-potenze mondiali a impareggiabile livello tecnologico. Il protagonista, imbeccato dalla moglie nel panico, si arma di scopa e paletta – l’imberbe chirottero non è stato ancora svezzato ai misteri del volo – per agevolargli una rampa di lancio più adeguata ma il pipistrellino si volta, spiega le ali come dispositivo di protezione degno di un Actarus qualunque e emette un verso sproporzionato per le sue fattezze ricordando i più riusciti episodi della letteratura horror. Poi, compresa la portata dello sforzo gratuito in odor di salvezza, fa leva sul supporto estemporaneo precipitando come un aeroplanino di carta fino a individuare il punto di raccolta più prossimo per trovare un riparo più alla sua portata.

Il testimone di questi improvvisi sensi di libertà – la citazione è tratta da una celebre canzone dei New Order – riconduce le più oscure interpretazioni etologiche alla recente esperienza onirica. La fresca brezza notturna, l’avvolgente abbraccio delle lenzuola, l’eco delle cicale, il primato delle alture sulla valle sottostante – una delle più antiche strategie di difesa dai malintenzionati – fino allo scampato pericolo di una manifestazione di ostilità nella natura. Libertà è pensare che c’è ancora spazio, ancora tempo, ancora vita.

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