a elevata automazione

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Consigliare canzoni del giorno è un’ambizione comune a molti di noi. Ci sono fior di rubriche apposite sulle riviste più seguite e giornalisti autorevoli – non certo grazie alla loro competenza musicale – che condividono gusti non richiesti, che è un po’ come se io mi mettessi a scrivere editoriali di taglio scientifico. Se siete rimasti di stucco a vedere Checco Zalone suonare “Blackbird” insieme a Stefano Bollani, avete capito qual è il punto. Se invece siete solo a corto di ispirazione su cosa scegliere come colonna sonora quotidiana basta andare sui social e dare un’occhiata a quello che linkano i vostri contatti. Per questo ci restate male se siete gente competente e i vostri suggerimenti cadono nel vuoto. Non sto parlando solo di me, sia chiaro. Anche io so essere imprevedibile. Per esempio potrei inserire qui il rimando a “Il triangolo” di Renato Zero ma unicamente per sottolineare l’assolo di piano che non si capisce se sia una parte meccanica – complice il timbro da saloon – o ci sia dietro un musicista in carne e ossa e, soprattutto, tecnica sopraffina. D’altronde è meglio leggerle, le cose, piuttosto che ascoltare qualcuno che ne parla in tv. Non è difficile distrarsi e perdere il filo e invidio moltissimo chi riesce ad arrivare in fondo a certi monologhi e poi si gira verso di te e assume l’espressione indignata per ciò che ha sentito proprio mentre tu eri da tutt’altra parte con la testa e solo perché, appena è stata posta la domanda retorica “e se non ne uscissimo mai più?” hai dato un colpo di acceleratore per prendere il primo svincolo utile per arrivare da qualche parte. Una destinazione qualsiasi.

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