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Sviluppata sulla falsa riga dell’omonima prova della Settimana Enigmistica, l’app “Il bersaglio” consente di ottenere una parola completamente diversa da un termine di partenza attraverso una serie di passaggi invisibili al giocatore. Come spiegava ieri sera, tra un tempo e l’altro della partita della nazionale, il facoltoso ingegnere autore del brevetto, funziona come quei giochi in cui una biglia di metallo parte da un punto e percorre un tracciato del tutto casuale lungo una serie di passaggi, binari e gallerie. Il divertimento consiste proprio nel risultato random, che poi è la vera essenza di certi applicativi in voga ma che va ricondotta alla notte dei tempi, basti pensare al mistero dei dadi o delle carte da gioco. In studio, oltre a Paola Ferrari, che si distingueva come sempre per il trucco degli occhi sopra le righe, c’era il pianista Massimiliano Bandiera a testimoniare l’efficacia dell’invenzione. Il suo cognome avrebbe dovuto essere lo stesso di un attore spagnolo passato alla storie per una serie di spot con le galline, un fattore che potrebbe sembrare banale al netto del rapporto di parentela diretto con Memo Remigi, di cui è il secondogenito e che non ha saputo ricordare da quale parola fosse partito. L’ispiratore di chissà quante storie romantiche riconducibili alla bizzarria di provare sentimenti di affetto nella metropoli lombarda ha però poi lanciato il suo nuovo singolo e peccato che, nel passaggio televisivo, sia stato sfumato nella pubblicità. Avreste potuto tutti rendervi conto del palese rimando a quel brano che avevamo composto io e l’amico Marco, quello che paradossalmente somiglia a Memo Remigi molto di più di Massimiliano Bandiera, e che andava dicendo di avere uno zio che, per lavoro, faceva il manager per alcuni comici dello Zelig. Non ho chiesto a Marco perché non ne avesse mai approfittato, e di certo un’occasione come quella di ieri sera non mi capiterà mai più.

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