zucche e meloni

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Oramai il culto del travestimento all’americana, quello della festa di Halloween, per intenderci, in questi tempi di stretta alleanza atlantica si è fortemente radicato e finalmente nessuno più si lamenta della meticolosa stravaganza che si sfoggia in giro e del contrasto con la sobrietà che una celebrazione di morti e santi – secondo le linee guida della religione che va per la maggiore – imporrebbe. Oserei dire che Halloween fa parte della nostra tradizione tanto che i più piccini, che non hanno mai vissuto che cosa si celebrava durante il regime comunista spazzato via dalle ultime elezioni, ben se ne guardano da mettere l’osservanza del rito in discussione né più né meno di un natale o una pasqua qualsiasi. La maestra Fiorella l’ho vista uscire da scuola venerdì con tutti i suoi nanetti di prima con il volto coperto da una maschera a forma di zucca, o meglio jack o’lantern, come si insegna nell’ora di inglese, costruita durante le lezioni di arte insieme alla riproduzione di disegni di pipistrelli, ossa di morto e altri amabili resti macabri a tema. Ma da quello che mi è passato in rassegna sui social non ci si concia più solo da rampolli degli Addams. Negli USA si emulano personaggi di ogni tipo, per questo da noi la kermesse dei cosplayer di Lucca, che si tiene simultaneamente in questo ponte che, pur essendo decadente, per fortuna non crolla, è la più appropriata. Ho visto foto nelle mie timeline di amici, conoscenti e celebrità che seguo truccati e travestiti in modo sorprendentemente realistico, e che ci siano persone che dedichino così tanto tempo e cura per celebrare un culto pagano mi riempie di ammirazione e invidia. Io non saprei da che parte iniziare: sono ignorantissimo in fantascienza, fantasy e supereroi, gli unici fumetti che ho letto sono quelli di Topolino e in più mi trovo già grottesco a sufficienza nella mia versione naturale. Ma non è certo per questo che in classe io, di Halloween, me ne stavo quasi dimenticando. La settimana a ridosso del ponte era agli sgoccioli e mi restavano poche ore a disposizione, così ho pensato di leggere una riduzione di “The Canterville Ghost” in lingua originale, una storia che trasmette un po’ di goticità, in modo che nessuno poi, a casa, potesse avere qualcosa da recriminare sul fatto che, in piena restaurazione, non santifico le feste.

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